LE FAVOLOSE
Roberta Torre
Francia
Alla serata saranno presenti Roberta Torre (regista) e Porpora Marcasciano (protagonista)
Succede spesso che in punto di morte le persone trans vengano private della loro identità. Le famiglie si vergognano, i funerali avvengono in gran segreto e sulle lapidi è inciso il nome che avevano prima della transizione vanificando con violenza tutto il percorso compiuto. È quello che accade anche ad Antonia. Le sue amiche si riuniscono per rievocarla, nel tentativo di restituirle la sua identità negata. Le protagoniste, stelle della sconfinata costellazione trans, nel mettere in scena questa storia, la intrecciano con il loro vissuto raccontando storie e ricordi dei loro percorsi.
Incontro realizzato nell’ambito della rassegna "Riusciranno I nostri eroi" con la collaborazione di F.I.C.E. Emilia-Romagna e dell'Ufficio Pari Opportunità - 365GiorniDonna del Comune di Reggio Emilia.
con Porpora Marcasciano, Nicole De Leo, Sofia Mehiel, Veet Sandeh, Mizia Ciulini
5€; 3€ per over 65
Ispirata dagli scritti di Porpora Marcasciano, storica portabandiera dei diritti trans (alcuni pubblicati da Edizioni Alegre), Roberta Torre, che qui scrive con Cristian Ceresoli, tocca un aspetto poco conosciuto delle loro vite: l'identità con cui prendono congedo dalla dimensione terrena, quasi sempre negata dalle loro famiglie, sacrificata in nome della vergogna.
Se da una parte sono la prova della possibilità del cambiamento, la quintessenza della plasticità umana, dall'altra la loro libertà, conquistata con ogni centimetro di corpo, mette ancora paura, imbarazza, scardina le certezze. Quando non provoca reazioni violente.
Il raduno nella villa, innescato dalla lettera di Antonia, è l'espediente narrativo per dare spazio e parola a cinque persone differenti, con un pezzo di percorso in comune nell'affermazione di sé e in vari modi legate al MIT, il Movimento Identità Trans, che ha collaborato al film, fondato, anche da Marcasciano, nel 1979. Una rara epifania di corpi non conformi e invecchiati[...].
Recensione di Raffaella Giancristofaro