IO SONO ANCORA QUI
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Walter Salles
Brasile, Francia
Orari di programmazione:
venerdì 21 febbraio ore 21;
sabato 22 febbraio ore 18.30 e 21;
domenica 23 febbraio ore 16 e 18.30
Vincitore del premio Miglior sceneggiatura al Festival del Cinema di Venezia 2024 e di un Golden Globe 2025.
Brasile, 1971. Rubens Paiva, ex deputato laburista, vive con la moglie Eunice e i cinque figli a Rio de Janeiro. Il colpo di stato del 1964 lo ha espulso dalla scena politica e ha instaurato una dittatura militare che spaventa Eunice e le fa temere per l'incolumità della figlia maggiore Veronica, simpatizzante dei movimenti studenteschi antigovernativi. Ad essere portato via da casa, un giorno in fretta e furia, da un manipolo di sconosciuti armati, è invece Rubens. Non farà mai più ritorno...
con Fernanda Montenegro, Maeve Jinkings, Selton Mello, Fernanda Torres, Valentina Herszage
8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì.
Il regista Walter Salles era amico dei bambini Paiva e conosceva bene la loro casa. Abituato ai grandi spazi della sua terra, e a dimostrare il proprio talento visivo nella rappresentazione di viaggi e paesaggi, qui si muove per la maggior parte del tempo nello spazio chiuso di quella casa impressa nella memoria, e al limite della strada di fronte e della spiaggia adiacente, ma allo stesso tempo racconta un paesaggio famigliare e affettivo meravigliosamente ampio.
Il film è la storia della donna, Eunice, raccontata nel mémoire dell'unico figlio maschio, Marcelo Rubens Pavia, oggi giornalista e scrittore.
La porta sulle spalle e sul volto l'attrice Fernanda Torres, che si fa contenitore in carne e ossa della dignità della persona reale che rappresenta; ma non è da meno il cast di contorno (le figlie, la domestica). Un mondo che vive e sopravvive a una ferita privata che è anche pubblica, della nazione.
Salles si serve della sua brava inteprete principale e di tutta la squadra attoriale per evitare a tutti i costi il melodramma: donna Eunice non cede, non crolla, non urla, piuttosto sorride. Ne esce un film teso e composto, che mira alla testa più che alla pancia.
Recensione di Marianna Cappi