TACCHI A SPILLO - Rassegna Almodóvar

Ironico come suo solito, ma usando maggiormente le corde del melodramma, Almodóvar rende omaggio ai suoi registi preferiti, come Sirk e Matarazzo. Una riflessione sulla maternità che tornerà a farsi presente nella filmografia almodovariana.
TACCHI A SPILLO - Rassegna Almodóvar
Data:
27/09/2023
Orario:
21:00
Rassegna:
Il cinema ritrovato
Regia:

Pedro Almodóvar

Anno:
1991
Origine:

Spagna

Durata:
119'
Fasce di pubblico:
Adulti

Rebecca attende sua madre Becky, una cantante famosa negli anni Sessanta, che sta facendo ritorno a Madrid dopo un lungo esilio in Messico. Il rapporto madre figlia viene subito presentato come complesso sin da quando Rebecca era una bambina e aveva fatto sì che l'amante dell'epoca di sua madre perdesse la vita in un incidente stradale. La situazione ora non è poi tanto più semplice dato che ha sposato Manuel che a sua volta nel passato aveva avuto una relazione con Becky. Almodóvar decide di affrontare a viso scoperto il genere che più lo attrae e che, al contempo, ritiene più bisognoso di una rivisitazione che lo distingua dall'abbassamento di livello che le telenovela (molto seguite all'epoca) gli hanno procurato: il melodramma. Dalla sua due attrici del calibro di V. Abril e M. Paredes e la doppia prestazione di un attore inatteso: M. Bosé.

Cast e Credits

con Victoria Abril, Marisa Paredes, Miguel Bosé, Javier Bardem, Bibiana Fernández

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori)

Informazioni aggiuntive

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

Almodóvar decide di affrontare a viso scoperto il genere che più lo attrae e che, al contempo, ritiene più bisognoso di una rivisitazione che lo distingua dall'abbassamento di livello che le telenovela (molto seguite all'epoca) gli hanno procurato: il melodramma.

Dichiara esplicitamente: "Questa è la prima volta che mi servo del genere con tutte le sue conseguenze". Ciò comporta ovviamente dei rischi di cui Pedro è consapevole. Perché il suo addentrarsi nel mèlo non significa abbandonare la commedia e, anche se ha dei punti di riferimento che vengono esplicitamente posti in rilievo (Ingmar Bergman e Douglas Sirk in primis), il suo tocco deve restare bene in evidenza. Ecco allora, a titolo di esempio, che in una scena carceraria inserisce una sequenza da musical condotta da una bionda tutta curve per poi farla seguire immediatamente da un diverbio.

Ha dalla sua due attrici del calibro di Victoria Abril Marisa Paredes e la doppia prestazione di un attore inatteso: Miguel Bosé. I due ruoli che gli vengono affidati, nel momento in cui è una vera e propria star internazionale nel mondo della canzone, finiscono con l'assumere una funzione che va al di là del contesto in cui sono inseriti. Bosé è Letal, una drag queen che imita Becky cantando (doppiato da una voce femminile) ottenendo l'ammirazione (e non solo, in una scena eroticamente acrobatica) di Rebecca. È successivamente il giudice istruttore incaricato di indagare sull'omicidio di Manuel con il volto ornato da una barba consistente. Ma è con Letal che ne viene esaltata la somiglianza con Lucia, sua madre, compiendo una sorta di salto mortale nello star system.

Recensione di Giancarlo Zappoli