MISERICORDIA
Emma Dante
Italia
Orari di programmazione:
lunedì 18 dicembre ore 21;
mercoledì 20 dicembre ore 21;
venerdì 22 dicembre ore 16.
Una 'stella' cade in mare e un bambino nasce dalla pietra. Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le prostitute di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Misericordia, già acclamato spettacolo teatrale, si inscrive nella vena più sociale dell'autrice e in una casa miserabile dove le sue eroine allevano Arturo, eterno fanciullo che non parla ma gira, gira su stesso, innocente e gioioso.
con Simone Zambelli, Simona Malato, Tiziana Cuticchio, Milena Catalano, Fabrizio Ferracane
18/12 e 20/12: 8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì;
22/12: 5€; 3€ per over 65 ("Buon pomeriggio al cinema").
Emma Dante lo ha fatto di nuovo, ha pescato nel 'mare di Sicilia' e nel suo 'malessere' la verità umana, quella in carne e sangue, mai astratta e mai triviale.
La vulcanica regista ha costruito negli anni un'opera imponente fra teatro, lirica e letteratura, abitata da nonne, zie, mamme sovente sottomesse agli uomini. Per Emma Dante il teatro e il cinema sono mezzi per esorcizzare la loro scomparsa e per denunciare le loro vite sacrificate.
Misericordia, già acclamato spettacolo teatrale, si inscrive nella vena più sociale dell'autrice e in una casa miserabile dove le sue eroine allevano Arturo, eterno fanciullo che non parla ma gira, gira su stesso, innocente e gioioso. Piegate nella sofferenza o esaltate nella gioia si stringono come Erinni di fronte all'ingiustizia e contro l'orco che minaccia la 'culla' [...].
Votata a un sistema creativo fondato sulla rielaborazione favolistica del mito, Emma Dante inserisce nella tradizione del neorealismo italiano una forma puramente teatrale in cui il corpo è sovrano, energia, scintilla. Non si tratta di una rappresentazione naturalistica della povertà, della disabilità e della violenza ancestrale sulle donne ma di un gesto artistico che disegna con la luce, il mare e gli elementi intorno. E poi ci sono le canzoni, le filastrocche, il dialetto, la lingua degli esclusi e dei poveri che non comprendiamo più e che le sue attrici, Simona Malato, Tiziana Cuticchio e Milena Catalano, masticano con cuore grande e grandi bocche.
Recensione di Marzia Gandolfi