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Per ricordare la figura dell’agronomo reggiano Claudio Fossa (1758-1815) e la creazione, nella nostra città, di quell’importante istituzione scientifica che è stata il primo e finora unico orto botanico pubblico, il Comune di Reggio Emilia, insieme agli enti e associazioni che hanno aderito al progetto, organizza una giornata di studi accompagnata da una mostra documentaria.

La giornata di studi, in programma sabato 5 ottobre nella Sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi dalle 9.15 alle 12.00, si propone di approfondire la figura di Fossa, la cui opera, seppure per un breve lasso di tempo, si sviluppò verso un impegno scientifico, ma anche educativo e civile, con la partecipazione ai moti rivoluzionari del 1796-1797. Ampio spazio sarà inoltre dedicato alla nascita e allo sviluppo degli orti botanici nel nostro Paese e, in particolare, alle vicende di questa istituzione nata in terra reggiana.

In particolare, la seduta di studi vedrà gli interventi di Alberto Ferraboschi che illustrerà Il contesto storico-politico; di Assunta Florenzano e Anna Maria Mercuri di UNIMORE che proporranno un excursus sui primi orti botanici italiani fino alle recenti trasformazioni; di Roberto Marcuccio che approfondirà la figura del botanico reggiano Claudio Fossa fra politica, educazione e scienza; di Stefano Degli Esposti dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia che analizzerà gli orti reggiani attraverso documenti d’archivio; di Alberto Palladini dell’Archivio di Stato di Modena che traccerà la presenza di Claudio Fossa e la sua famiglia nella documentazione dell’Archivio di Stato di Modena e del botanico Ugo Pellini che parlerà del primo orto botanico pubblico di Reggio Emilia (1810).

In occasione della giornata di studi, in Sala Bellocchi al secondo piano della biblioteca, verrà inoltre allestita una mostra documentaria, a cura di Roberto Marcuccio, dedicata alla figura di Claudio Fossa, al primo orto botanico di Reggio Emilia e alla cornice storica e scientifica in cui si collocano la vita e l’opera dell’agronomo reggiano. La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della Sezione di Conservazione al secondo piano della Biblioteca Panizzi, da martedì a venerdì ore 9.00-12.30 e 13.30-18.00, lunedì e sabato ore 9.00-12.30.

L’iniziativa è promossa da Comune di Reggio Emilia - Biblioteca Panizzi, Musei Civici, Società Agraria di Reggio Emilia, Deputazione di storia patria per le antiche Provincie Modenesi - Sezione di Reggio Emilia, Archivio di Stato di Reggio Emilia con il patrocinio di UNIMORE e della Società Botanica Italiana.

Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www.bibliotecapanizzi.it e sui canali social della biblioteca.

Il contesto storico e scientifico

I primordi della botanica in quanto scienza risalgono al secolo XVI, quando i testi fondanti erano il De materia medica di Dioscoride e la Historia naturalis di Plinio il Vecchio. Con l’avanzare della modernità, l’osservazione diretta della natura, la scoperta della flora e della fauna esotiche, il diffondersi degli erbari, l’interesse degli artisti per i fenomeni naturali e la descrizione dal vero, traghettano la storia naturale dalla tradizione medievale alla rivoluzione scientifica. La botanica delle origini è subordinata allo studio della medicina e molti orti botanici nascono presso le scuole mediche.

In tale contesto, il territorio di Reggio Emilia, nel passaggio tra riformismo illuminato estense, età napoleonica e Restaurazione, assiste a un singolare sviluppo delle nuove scienze sperimentali. Fin dal Seicento, vi è anche una ricca tradizione di studi botanici e agronomici, il cui esponente di spicco è il botanico Giacomo Zanoni (1615-1682), nativo di Montecchio Emilia.

Alla base della formazione dei botanici e degli agronomi di fine Settecento vi erano le opere del bolognese Pietro de’ Crescenzi (ca. 1233-1320), autore del trattato Ruralium commodorum libri XII, presto tradotto in volgare; di un rappresentante del naturalismo enciclopedico cinquecentesco, come Ulisse Aldrovandi (1522-1605), anch’egli bolognese, autore della Dendrologiae naturalis (Bologna, 1668) apparsa postuma; infine l’Istoria botanica (Bologna, 1675), splendidamente illustrata, del già ricordato Zanoni, che fu prefetto dell’Orto botanico di Bologna e perfezionò il metodo di essiccazione delle piante per gli erbari, studiandone una più accurata nomenclatura.Sono queste alcune delle fonti dell’agronomo reggiano Filippo Re (1763-1817), versatile figura di studioso, educatore e viaggiatore, sulla scia degli scrittori di viaggio del Settecento.

Ultimo aggiornamento: 30-09-2024, 13:39