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Ha inaugurato il 1 aprile 2023 a Palazzo dei Musei a Reggio Emilia la mostra Parliamo ancora di me. Zavattini tra parola e immagine, a cura di Alberto Ferraboschi e Alessandro Gazzotti.
L’esposizione, promossa dal Comune di Reggio Emilia, attingendo alla ricca collezione dei dipinti di Zavattini dei Musei Civici e al patrimonio documentario dell’Archivio Cesare Zavattini, conservato presso la Biblioteca Panizzi, presenta una selezione di quadri e materiali documentari - carte originali, dattiloscritte e manoscritte, annotazioni autografe, insieme a fotografie e libri - con l’intento di restituire la dimensione autoriflessiva nell’esperienza culturale e artistica di uno dei più singolari e poliedrici protagonisti del Novecento.
«Zavattini è un artista importantissimo, un maestro che tutti conosciamo e che certamente non ha bisogno di presentazioni - afferma l'Assessora alla Cultura Annalisa Rabitti. Questa mostra che inaugura ai Musei Civici offre uno sguardo trasversale sul vastissimo patrimonio che il Comune di Reggio Emilia conserva ai Musei Civici e nella Biblioteca Panizzi. In particolare si tratta di un'indagine atipica, nella quale troviamo le opere pittoriche affiancate ai suoi scritti e alla fitta corrispondenza intrattenuta con personalità italiane e straniere assieme a fotografie. Ciò che emerge da questa esposizione quindi non è solo l'artista ma l'uomo, la sua personalità a tutto tondo. Questa iniziativa si colloca sulla scia delle tantissime attività che stiamo realizzando con i Musei e le Biblioteche, grazie alle quali abbiamo ripreso i numeri della pre-pandemia e attirato tantissimi visitatori. Vi invito quindi a vedere questa mostra piccola, intima, ma molto interessante, realizzata con raffinatezza allestitiva: un regalo per tutta la città».
L'artista
Cesare Zavattini (1902-1989) è noto come uno dei padri della cinematografia italiana del secondo dopoguerra, specialmente per l’attività di sceneggiatore dei grandi classici del neorealismo. In realtà la sua opera si caratterizza per la poliedricità degli interessi e investe diversi linguaggi artistici, dal cinema alla letteratura, passando per il teatro, la pittura, la poesia e molto altro ancora.
Alla base dell’intensa e variegata produzione artistica di Zavattini vi è una costante ricerca autobiografica che alimenta una dimensione autoriflessiva destinata a caratterizzare l’intera opera dell’autore luzzarese.
Infatti, come è stato osservato da più parti, una delle chiavi di lettura più rappresentative dell’universo zavattiniano risiede nell’attitudine dell’autore a interrogarsi su se stesso, mantenendo costantemente uno “spazio autobiografico” nel processo creativo.
Questa vocazione si manifesta nei diversi linguaggi utilizzati dall’autore, costituendo un filo rosso destinato ad accomunare diverse forme artistiche e differenti progetti; la raffigurazione del personaggio-io dunque alimenta sia la pratica della scrittura che l’impegno pittorico a cui Zavattini si dedicò con grande passione fin dalla fine degli anni Trenta.
Nel corso della sua vita dunque Zavattini si misura costantemente con le diverse forme espressive di comunicazione egocentrica primaria (diario, autobiografia, lettera, autoritratto). Tratto saliente della fondamentale componente diaristica (recentemente riscoperta grazie alla pubblicazione dei diari inediti a cura di Valentina Fortichiari e Gualtiero De Santi) ma anche dell’attività letteraria nonché della scrittura per il teatro e il cinema, l’”autobiografismo perpetuo” connota in modo marcato anche l’opera pittorica zavattiniana, a partire dalla forma dell’autoritratto destinata a divenire la cifra iconica della sua produzione pittorica.
Si tratta dunque di una pittura strettamente legata all’attività letteraria di Zavattini; non a caso, come ha osservato Stefania Parigi, Zavattini usa i termini autobiografia, autoritratto e diario come intercambiabili.
Peraltro, questa pratica di introspezione dell’io-uomo zavattiniano non riveste solo una valenza tecnica od autobiografica, ma tende ad assumere una valenza più ampia di conoscenza dell’umanità, dischiudendo le porte ad nuovo rapporto tra arte e vita.
Biografia dell'Artista
Il percorso espositivo
A partire dagli strumenti utilizzati da Zavattini per dipingere, nel percorso sarà possibile valorizzare la contaminazione tra forme della scrittura e della pittura, così come la dimensione transmediale della sua creatività artistica.
L’itinerario di mostra propone una selezione di materiali documentari originali relativi all’attività di letterato e di scrittore per il cinema, oltre a diversi carteggi con pittori e artisti tra cui Dubuffet, Campigli, Fontana, De Pisis, Buzzati, tratti dal prezioso e imponente epistolario di Zavattini. Inoltre sono esposti numerosi materiali che documentano l’attività espositiva di Zavattini, dalle prime mostre degli anni Cinquanta fino alle esposizioni più note degli anni Settanta.
Al materiale selezionato dall’Archivio Zavattini conservato presso la Biblioteca Panizzi fa da contraltare una selezione di circa trenta dipinti provenienti dalla raccolta dei Musei Civici che si compone di 120 opere. Non solo autoritratti: Zavattini infatti proietta la propria individualità, tra memoria e immaginario, nella rappresentazione della sua Luzzara, dei suoi miti – il fiume – e delle sue ritualità: e così i funerali, le processioni ma anche i mangiatori di cocomeri e di gelati che alludono a forme di convivialità quotidiane.
Ad integrazione del percorso è esposta una selezione di immagini fotografiche tratte dalla serie Fiume Po del 1966 e conservate presso la Fototeca della Biblioteca Panizzi; un viaggio di cinque giorni che Cesare Zavattini e il fotografo William M. Zanca intraprendono dalla sorgente alla foce del Po.
Per info e orari: Musei di Reggio Emilia
L'archivio Cesare Zavattini
L'archivio Cesare Zavattini è una raccolta documentaria che costituisce, per consistenza e complessità dei materiali in esso conservati, un caso esemplare nell’ambito degli ‘archivi di persona’ del Novecento.
Il “Fondo” si è formato nella casa romana dell'artista per poi essere donato dagli eredi della famiglia Zavattini alla Biblioteca Panizzi nel 2012.
L'eterogeneità dei materiali conservati riflettono la straordinaria vastità e varietà d'interessi dello scrittore, documentando il suo impegno culturale dagli anni Trenta fino alla scomparsa avvenuta nel 1989.
L'archivio è costituito da un fondo principale (comprendente lettere, cartelle dattiloscritte, appunti manoscritti e materiale a stampa) suddiviso in 16 aree tematiche: Cinema, Cooperazione culturale, Convegni–eventi, Cultura–Società, Estero, Fotografia, Fumetti, Giornalismo, Letteratura, Poesia, Pittura–Arte, Padania–Luzzara, Radio, Teatro, Televisione, Varie.
Oltre al “corpus principale”, l'archivio si articola in alcuni fondi speciali:
- l'epistolario: comprensivo degli oltre 11.000 fascicoli dei carteggi;
- la raccolta dei lavori cinematografici: riguardante l'attività di scrittura svolta da Zavattini per il cinema (soggetti, sceneggiature, trattamenti, scalette, note di lavorazione);
- la raccolta degli “echi della stampa”: costituita da oltre 20.000 articoli di giornali e riviste su e di Zavattini;
- la sezione multimediale: comprendente materiali fotografici, documenti audio e video;
- la sezione grafica: comprensiva di 37 opere tra incisioni e lastre e 11 libri d'artista;
Parte integrante dell'archivio è la Biblioteca speciale che, oltre a conservare una cospicua raccolta di libri su e di Zavattini, comprende anche periodici, manifesti, locandine e tesi di laurea.
Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:50