Riqualificazione Piazza San Prospero
L'intervento di riqualificazione di Piazza San Prospero ha avuto l'obiettivo di valorizzare uno degli spazi che per storia e identità più rappresenta Reggio Emilia, scrigno di architetture e simboli in cui la città da sempre si riconosce. Per questo motivo, i lavori sono stati orientati a rendere la piazza più contemporanea, senza snaturarne l’identità e il carattere storico che la contraddistingue.
Il progetto di riqualificazione è stato presentato in conferenza stampa il 10 febbraio 2023.
L'intervento ha previsto le seguenti azioni:
- mantenere gli elementi simbolo della piazza attuale, utilizzando il porfido rosso come pietra per la pavimentazione (con formati, trame e disegni di posa leggermente diversi rispetto a quelli attuali) e riproponendo il plateatico centrale (come in piazza Prampolini) individuato da una trama diversa della pavimentazione, senza alcun dislivello;
- eliminare tutti i dislivelli, anche quelli tra piazza e portici ove possibile, per favorire la mobilità delle persone con disabilità;
- inserire percorsi tattili in pietra per garantire l’orientamento alle persone non vedenti, in modo da guidarle nella fruibilità della piazza;
- rifare i sottoservizi delle reti gas, acqua e fognature. L’intervento di rifacimento delle reti gas e acqua è stato concluso da Ireti nel 2021 ed è stato propedeutico all’apertura del cantiere di rifacimento della pavimentazione.
Il cantiere ha previsto diverse fasi di intervento:
- rimozione della pavimentazione esistente con parziale recupero dei materiali;
- scavi per la realizzazione delle pendenze e predisposizione del sottofondo sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza archeologica, che ha permesso di effettuare alcuni sondaggi integrativi;
- realizzazione di massetto di portanza della futura pavimentazione e posizionamento delle nuove reti di drenaggio delle acque meteoriche e reti infrastrutturali;
- realizzazione delle nuove pavimentazioni;
- realizzazione di elementi di dettaglio come la nuova passerella di accesso al sagrato di San Prospero e i nuovi portabiciclette.
I lavori si sono svolti nel corso del 2023, dalla primavera ad agosto. Nell’eventualità di nuovi ritrovamenti archeologici, è stato sempre presente nella fase di scavo un archeologo, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Il percorso di riqualificazione ha previsto la riapertura graduale delle porzioni già realizzate della piazza, fino alla conclusione dei lavori. L'inaugurazione si è svolta il 15 settembre 2023 con un weekend ricco di iniziative volte alla riscoperta storica ed artistica della nuova Piazza san Prospero.
Il costo complessivo è stato di 750.000,00 euro.
Piazza San Prospero – chiamata dai reggiani anche “piazza piccola” o “Piâsa Céca” in dialetto, per il paragone con la vicina e più grande piazza Prampolini cui è collegata tramite il Broletto - è uno spazio a corte racchiuso da palazzi porticati di epoca neoclassica a nord e sud, dalle absidi del Duomo a ovest e dalla chiesa di San Prospero, patrono cittadino, a est.
Quest'ultima caratterizza la piazza stessa con la sua facciata barocca settecentesca, i leoni stilofori in marmo rosa di Verona e la sua incompiuta torre campanaria a pianta ottagonale in stile manierista.
Piazza San Prospero è uno dei luoghi più amati e frequentati del centro storico di Reggio Emilia: qui le reggiane e i reggiani si incontrano per il pranzo, la cena o l’aperitivo, lo shopping sotto i portici e gli eventi culturali che animano soprattutto l’estate cittadina. Forse non tutti sanno che, a partire dal 1941, si veniva in piazza San Prospero anche per assistere agli incontri di boxe! Detta anche “piazza delle erbe”, fin dal Cinquecento la piazza ospitava il mercato ortofrutticolo, e il mercato settimanale dal Trecento fino a pochi anni fa.
Da sempre le bambine e i bambini giocano a rincorrersi tra i leoni in marmo del sagrato e i turisti passeggiano ammirando la chiesa, il torrione e gli scorci del centro storico.
Le origini di piazza San Prospero risalgono alla fine del secolo X, quando il vescovo Teuzone fece edificare dietro la Cattedrale la nuova chiesa dedicata a San Prospero, patrono della città, per custodirne le reliquie. La piazza prende il nome dall'omonima basilica ma già nell'800 era detta anche Piazza Piccola ("Piâsa Céca" in dialetto reggiano), in rapporto alla Piazza Grande, cioè Piazza del Duomo a cui è collegata da una strada porticata, il Broletto. Piazza San Prospero è detta anche Piazza delle Erbe perchè fin dal Cinquecento vi si teneva il mercato ortofrutticolo. Già nel Trecento, nell’ampio spazio compreso tra le absidi del Duomo (molto più arretrate rispetto alle attuali) e la facciata di San Prospero, si teneva il mercato settimanale, mentre i portici in legno delle abitazioni che delimitavano l’area erano occupati da botteghe e attività artigianali. Un canale che attraversava la piazza alimentava i mulini del vescovado.
Dopo le devastazioni dell'alto medioevo, i due edifici sacri più importanti della città, la cattedrale di Santa Maria Assunta e la chiesa dedicata al patrono San Prospero, facenti parte del Castrum Vescovile, sono collegati fra loro da edifici, centro del potere civile e religioso, e da uno spazio ingombro di casupole e dei negozi adibiti a beccherie. Queste ultime furono dislocate in quest'area nella seconda metà del XV secolo mentre precedentemente erano localizzate sul lato meridionale della Piazza Grande. Nonostante le proteste dei canonici del Duomo le beccherie rimasero in quest’area finché, nel 1506, un incendio le distrusse definitivamente. L’abbattimento delle beccherie consentì finalmente di fruire delle absidi del duomo in tutta la loro bellezza.
La piazza prende forma lentamente a partire dai successivi interventi urbanistici, quali la risistemazione della chiesa di San Prospero e delle absidi del Duomo all’inizio del sec. XVI e l'apertura dello stradone del vescovado nel seicento.
La Piazza raggiunge l’attuale configurazione planimetrica soltanto nell’ottocento, quando lo spazio del plateatico, prima molto più angusto e concepito come spazio di risulta, viene finalmente scandito e delineato da due cortine di edifici laterali che guidano lo sguardo del visitatore verso la facciata settecentesca della chiesa e verso la splendida torre ottagonale, o viceversa, fanno sì che chi esca dalla chiesa del Patrono non possa non alzare lo sguardo verso la poliedrica geometria del complesso absidale del Duomo. Tra le trasformazioni ottocentesche ci fu la soppressione del piccolo camposanto, sorto dietro l’abside settentrionale della cattedrale nel secolo precedente e, su precise indicazioni della Commissione Municipale d’Ornato fu rinnovato l’isolato posto tra via del Torrazzo, via del Carbone consentendo così di dotare la piazza di un accesso più ampio e funzionale dall’attuale via Fornaciari.
In particolare, la pavimentazione di piazza San Prospero, oggetto dell’odierno intervento di riqualificazione, ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli:
- fino al 1536 era composta da terreno battuto e ghiaia;
- dal 1536 divenne una pavimentazione rinascimentale in ciottoli;
- dal 1800 circa fu sostituita con una pavimentazione in acciottolato di fiume di colore grigio intercalato da file di ciottoli sbozzati e riquadrati che, in corrispondenza delle caditoie, erano accoppiati in modo da realizzare una guida allo scolo delle acque;
- nel 1910 circa vennero realizzate due isole centrali rialzate con bordatura in granito e una pavimentazione centrale in lastre di cemento, mentre l’anello che circondava la piazza rimase in ciottolo;
- infine, dal 1960 circa, contemporaneamente a piazza Prampolini, piazza San Prospero è pavimentata con cubetti di porfido rosso sia nelle due isole centrali, delimitate da cordoli in granito, sia nell'anello, secondo la configurazione attuale.
Nella primavera 2021, durante i lavori legati al rifacimento dei sottoservizi e della pavimentazione di piazza San Prospero, la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara ha eseguito alcune indagini conoscitive per acquisire nuovi dati sulla fisionomia di questo spazio centrale della città nelle epoche antiche.
L’apertura di alcuni sondaggi puntuali - piccole finestre sul passato - ha in parte confermato dati risalenti a indagini della prima metà del Novecento, in parte restituito nuove informazioni.
Sono state documentate fasi relative all’epoca alto medievale, quando, intorno al X secolo, sorgeva il castrum vescovile a ovest della piazza e quest’ultima era in parte occupata da potenti accumuli composti dalle cosiddette “terre nere”, strati fortemente organici che sono stati campionati per rilevare i sedimenti e agli elementi vegetali che le compongono.
Sul lato orientale della piazza sono state intercettate numerose tombe, costruite con mattoni romani di reimpiego, riutilizzate più volte come ossari e legate a un edificio sacro che, attualmente, non è chiaro se vada identificato con la basilica di San Prospero o con una struttura precedente.
Un altro dato molto interessante riguarda la presenza di mosaici di epoca romana a quote profonde, che ci indicano come almeno parte della piazza fosse a quei tempi occupata da edifici di pregio.