Le micro foreste “Miyawaki”
Parchi a misura di clima
Il primo e principale “dispositivo” paesaggistico-ambientale proposto per il progetto Parchi a misura di clima parte dalla scelta di sperimentare il cosiddetto “metodo Miyawaki” (dal nome del botanico giapponese, suo creatore) creando per la prima volta a Reggio Emilia micro-foreste sperimentali nei parchi urbani, declinate in tre tipologie che si differenziano per la combinazione di specie vegetali messe a dimora:
- la micro-foresta “nativa”, composta solo da sole specie autoctone caratteristiche dei boschi planiziali dell’area geografica reggiana;
- la micro-foresta “adattiva”, con l’inserimento sperimentale di nuove specie di areale mediterraneo ritenute più adeguate alle future condizioni climatiche;
- la micro-foresta “edibile”, in cui è prevista una forte componente di piante da frutto a integrazione del sistema vegetativo forestale.
Il tratto comune di queste tipologie di micro-foreste richiama i concetti fondamentali del metodo Miyawaki di riferimento, che possono essere sintetizzati così:
- altissima densità di impianto (almeno 3 piantine giovani al mq) su parcelle piccole, non più grandi di 200 mq;
- estrema differenziazione delle specie (almeno 30) e dei livelli vegetali che comporranno la foresta;
- quasi totale assenza programmata di manutenzione (potatura, diserbo, impianti di irrigazione, etc).
Il metodo Miyawaki ha già dimostrato la sua efficacia in diversi contesti (anche tendenzialmente aridi come la Sardegna) dove si è riscontrato un tasso di crescita delle giovani piante dieci volte più intenso rispetto alle consuete tecniche di forestazione desunte dai modelli mono-colturali.Nell’arco di pochi anni la micro-foresta Miyawaki si stabilizza in una struttura pressoché impenetrabile capace di auto-sostentare la propria evoluzione e difendersi da agenti patogeni esterni senza nessun intervento antropico.I vantaggi collegati a questa pratica, soprattutto in ambito urbano, sono potenzialmente notevoli in termini economici (impianto di piante giovani e poco costose, abbattimento dei costi di gestione), in relazione alle aspettative di “pronto effetto” ma anche e soprattutto per le ricadute positive sugli indicatori ambientali-ecologici connessi alla biodiversità e alla salute dei suoli.