Il prato polifita
Parchi a misura di clima
L’inserimento nel progetto “Parchi a misura di clima’’ di questo ulteriore “dispositivo’’ paesaggistico ambientale vuole richiamare un importante elemento storico dell’economia e del paesaggio agricolo della pianura emiliana occidentale, legato all’alimentazione delle bovine da latte prevalentemente riservate alla filiera del Parmigiano Reggiano. Nelle zone rurali, la sua progressiva sostituzione con prati mono-specifici, costituiti soprattutto da erba medica, ha avuto un forte impatto sul mantenimento del carbonio nel suolo, sulla biodiversità e ha, inoltre, progressivamente determinato un cambiamento dell’aspetto del paesaggio.
Il prato polifita è una associazione di almeno cinque specie erbacee tipiche dei prati spontanei. Il maggior numero di specie presenti ne individua la ricchezza in termini di biodiversità.
Per la formazione dei prati polifiti nel progetto “Parchi a misura di clima’’ si è proceduto alla creazione di un “nucleo di sviluppo” iniziale, ovvero una zona all’interno della quale sono state inserite una moltitudine di specie erbacee tipiche della zona e non rappresentate inizialmente nel prato già presente. L’arricchimento è avvenuto in parte attraverso la semina diretta delle specie erbacee e in parte attraverso la deposizione di sfalci provenienti da prati polifiti selezionati.
L’obiettivo è quello di rappresentare la varietà delle specie erbacee potenzialmente presenti negli areali reggiani e riunirle in un medesimo contesto, all’interno del quale si svilupperà una situazione di competizione naturale in grado di modulare la crescita delle rispettive specie, favorendo lo sviluppo di quelle che possiedono maggiore fitness per la sopravivenza in ambienti particolari.
Nell’ambito del progetto “Parchi a misura di clima’’ l’introduzione del prato polifita assume, oltre che una valenza ecologica, anche un duplice significato culturale: sensibilizzazione rispetto a pratiche colturali antiche e virtuose, da favorire in ambito agricolo; educativo nei confronti dei cittadini, abituati a concepire il prato come uno sfondo monotono, indifferenziato, invece che come un ecosistema estremamente variegato, fondamentale per la salute del suolo e per la biodiversità.
La volontà di gestire questo elemento progettuale in maniera naturale, limitando gli interventi antropici a pochissimi sfalci annui, presuppone una attenta opera di comunicazione al fine di trasmettere in maniera corretta e comprensibile la successione dello sviluppo e dell’evoluzione del sistema prato, senza ingenerare possibili fraintendimenti riguardo a carenze di manutenzione.