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Un nuovo importante sostegno al progetto di riqualificazione della zona a est della stazione arriva dalla Banca del Consiglio d'Europa (CEB) che ha deciso di riconoscere al piano di intervento “R60”, destinato a cambiare faccia al quadrante tra la ferrovia/via Turri e via Paradisi, 25 milioni di euro di finanziamento agevolato.
Il progetto rappresenta infatti un'iniziativa innovativa per rigenerare lo spazio urbano e per migliorare la coesione sociale e la sicurezza urbana. Un’iniziativa che la CEB ha deciso di premiare – primo e unico progetto italiano – riconoscendone l’importanza alla scala cittadina, quale piano di rigenerazione urbana in grado di portare qualità dell’abitare in una zona oggi caratterizzata da eccessiva concentrazione degli alloggi e scarsa presenza di spazi e servizi accessori di natura sportiva, culturale, ricreativa.
“Siamo molto soddisfatti di aver ricevuto questo riconoscimento da un'istituzione importante che non aveva mai investito prima in Italia su un progetto per noi di grande rilievo. Reggio Emilia diventa di fatto un progetto pilota per altri futuri investimenti sul patrimonio edilizio e residenziali in Regione e in Italia nei prossimi anni – dice l’assessore a Partecipazione e quartieri Lanfranco de Franco - La scelta di CEB è arrivata a valle di un approfondimento tecnico e sociale molto rigoroso sul progetto che ha coinvolto osservatori esterni dell'istituzione europea e i nostri uffici comunali, che ringraziamo per il lavoro svolto. Grazie a questa linea di credito possiamo consolidare lo sviluppo nei prossimi anni del piano R60 sapendo di avere una importante disponibilità economica a supporto degli interventi”.
Il sostegno della banca europea si aggiunge agli oltre 13 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto ottenuti per questo progetto da bandi regionali e nazionali per il cofinanziamento di programmi integrati di edilizia residenziale sociale (PIERS) e programmi innovativi per la qualità dell’abitare (PINQuA).
Il programma di interventi prevede la realizzazione di opere destinate a potenziare in particolare l’offerta abitativa sostenibile e solidale, nella zona stazione, con 148 abitazioni di edilizia residenziale sociale e pubblica (Ers, Erp), e le dotazioni di servizi di interesse collettivo (coliving, sport, educazione, cultura), ambientale (aree verdi di quartiere) e per la mobilità (parcheggi, aree pedonali e ciclabili).
Il dettaglio degli interventi
Gli interventi per l’Abitare sociale e solidale, cofinanziati dal Comune di Reggio Emilia e da Acer, attraverso opere di ristrutturazione, rigenerazione e densificazione edilizia ed urbana, prevedono: 18 unità abitative di edilizia residenziale pubblica e 92 unità abitative di edilizia residenziale sociale destinate a locazione temporanea e permanente, per differenti nuclei familiari e sociali (famiglie, studenti, city user) e 38 unità abitative in vendita convenzionata con diritto di superficie in via Paradisi; una rilevante dotazione di spazi complementari alla residenza (co-living), destinati sia ai residenti futuri sia agli abitanti e alle realtà del Terzo Settore attive nel quartiere; uno spazio dedicato ad attività ludiche per bambini, che integrerà l’offerta di spazi e funzioni per l’Educativa di strada nel quartiere; la riqualificazione dell’area sportiva di quartiere situata in via Paradisi, attraverso l’incremento delle funzioni sportive un nuovo playground e la realizzazione di nuovi spogliatoi.
La CEB
La Banca del Consiglio d’Europa (CEB) è una banca multilaterale con finalità sociali. Creata nel 1956 per fornire aiuti volti a risolvere la problematica dei rifugiati, il suo campo d’azione si è progressivamente esteso ad altri settori, per contribuire in maniera sempre più incisiva al rafforzamento della coesione sociale in Europa. Attualmente essa conta 41 Stati membri; l’Italia, con una una quota percentuale di partecipazione pari a circa 16,70%, rientra, assieme a Francia e Germania, tra i cosiddetti “Grandi pagatori”.
La CEB è uno strumento chiave della politica di solidarietà europea, che ha come finalità aiutare i suoi Stati membri a conseguire una crescita sostenibile ed equa, contribuendo alla realizzazione di progetti di investimento sociale attraverso tre linee di intervento settoriale, e segnatamente: rafforzamento dell’integrazione sociale, gestione ambientale e sostegno alle infrastrutture pubbliche a vocazione sociale.
La CEB basa la propria attività su fondi e riserve propri e non riceve dagli Stati membri alcun aiuto o sovvenzione.
Ultimo aggiornamento: 16-02-2024, 13:46