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Un passo indietro per scoprire, capire e guardare al futuro. I fatti storici di cui si parla sono quelli del 7 Luglio 1960 a Reggio Emilia: cinque giovani operai con le magliette a strisce, che manifestavano per il lavoro, la democrazia e contro una deriva di destra autoritaria nel Paese e furono uccisi in piazza, la piazza che poi sarà loro intitolata, dalla polizia.

Il futuro è quello che aspetta che se ne tramandino conoscenza, memoria, ideali, domande e risposte, come quella giudiziaria sula revisione del processo che seguì a quei fatti.

Per dare forma ed energia a questi obiettivi, oggi nel Municipio di Reggio Emilia viene presentato e firmato un protocollo d’intesa fra Comune di Reggio Emilia, Istoreco-Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea, Anpi e Cgil, soggetti che costituiscono il Comitato promotore del progetto di ricerca ‘7 Luglio 1960: per non dimenticare’.

Di durata triennale, l’intesa mette le basi per la realizzazione, grazie al contributo di 21mila euro della Regione Emilia-Romagna, di un Centro di documentazione (Portale web), un archivio di conservazione, catalogazione e consultazione digitale, di preziose testimonianze e documenti storici su una vicenda che ha segnato profondamente la storia italiana e di Reggio Emilia.

La sottoscrizione e presentazione del Protocollo d’intesa è avvenuta stamattina in Municipio

Giovani e scuole

Un progetto rivolto al presente, ma anche al futuro, quindi alle più giovani generazioni, scolari e studenti, per attività di studio e didattica.

La tragica vicenda del 7 Luglio 1960 costituisce, infatti, un momento imprescindibile per chiunque voglia conoscere la storia civile e politica locale e le sue ricorrenti connessioni con la storia nazionale.

La scomparsa dei protagonisti e dei testimoni oculari di quella giornata rischia d’altra parte di disperdere la possibilità di tramandare alle future generazioni il senso di quelle vicende e il loro significato.

Da qui la necessità di recupero, accumulo, concentrazione dei materiali e catalogazione documentale e testimoniale, in un unico luogo-punto di riferimento comune, per continuare a sviluppare una memoria collettiva.

Dalla raccolta alla digitalizzazione

In dettaglio, l’accordo impegna le parti a dar vita a un progetto pluriennale in grado di produrre una ricognizione e, quando possibile, a una raccolta ordinata e ragionata di tutti i materiali relativi al 7 Luglio 1960: testimonianze di vario genere, raccolte anche in video/audio, documenti e scritti che ora si trovano sparsi in diverse sedi, presso enti, da privati o custoditi da altre organizzazioni.

La raccolta dei materiali sarà effettuata sia con il reperimento fisico dei documenti, quando possibile, sia con la riproduzione digitale.

Questa attività implementerà progressivamente il Centro di documentazione online sul 7 Luglio 1960 a Reggio Emilia. Il materiale sarà trasferito infatti in un apposito portale web il cui accesso potrà essere collocato, con modalità e termini da approfondire, nei siti e sulle pagine social dei soggetti promotori. In questo modo si renderà possibile una consultazione a distanza di tanta parte del materiale ed in ogni caso sarà possibile impostare una ricerca anche da parte di chi non ha una conoscenza diretta dei fatti.

Collaborazioni

Oltre a proporsi come strumento importante per evitare l’oblio dei fatti, il Centro di documentazione, prevede l’accordo, potrà offrire materiale di studio e promuovere attività di ricerca con singoli studiosi e persone interessate o attivare collaborazioni con istituzioni scolastiche e universitarie.

Dal centro alla promozione culturale

A partire della sottoscrizione del protocollo d’intesa, il progetto avrà una durata triennale e si articolerà nelle seguenti fasi:

  • nel primo anno si costituirà il Comitato scientifico, saranno definiti con la Regione Emilia-Romagna le modalità di collaborazione e le forme di archiviazione. Dopo l’individuazione di due borsisti-ricercatori da parte del Comitato promotore, inizierà la mappatura del patrimonio esistente, il recupero degli inventari e delle ricognizioni esistenti, l’esplorazione degli archivi non ordinati e l’individuazione dei testimoni per le interviste. Contestualmente sarà avviata la fase di digitalizzazione dei documenti con la definizione del portale web dedicato. Già a partire dal primo anno saranno definite iniziative pubbliche per la divulgazione dei contenuti del progetto.
  • Durante il secondo anno si prevede, oltre al continuo lavoro di esplorazione e digitalizzazione del materiale, la promozione di iniziative nei confronti di istituti scolastici e di organizzazioni democratiche, lo sviluppo di incontri pubblici per la divulgazione della memoria storica della vicenda.
  • Nel corso del terzo anno, il portale web sarà completato, mentre proseguirà l’opera di divulgazione rivolta soprattutto a istituti scolastici e organizzazioni democratiche: il progetto si concluderà con una presentazione dei contenuti e risultati e la rendicontazione del lavoro svolto.

Il soggetto attuatore del progetto è individuato in Istoreco, che si avvarrà delle risorse finanziarie individuate dalla Regione Emilia-Romagna e da eventuali risorse di cofinanziamento degli altri soggetti sottoscrittori.

Istoreco effettuerà il lavoro di individuazione, selezione, digitalizzazione del materiale documentario mediante ricercatori storici che, con un compenso erogato sotto forma di borsa di studio, agiranno sotto la supervisione di un Comitato scientifico che avrà pure il compito di definire l’impostazione del piano della ricerca e la sua articolazione nel triennio di sviluppo.

I membri del Comitato promotore designeranno un nominativo per ciascun membro del Comitato promotore che farà parte del Comitato scientifico, che avrà anche il compito di valutare le professionalità da attivare per la realizzazione del progetto con particolare riferimento agli aspetti storici e di ricerca e a quelli informatici.

Il convegno del 6 luglio

Mercoledì 6 luglio, alle ore 18 nella Sala del Tricolore a Reggio Emilia si svolge il convegno ‘Dare un futuro al passato: un Centro di documentazione dedicato al 7 luglio 1960’ per presentare il progetto del Centro di documentazione.

L’incontro vedrà la partecipazione di Philip Cooke storico e docente all’Università di Strathclyde a Glasgow e di Toni Rovatti storica e docente del dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, dei ricercatori Massimo Storichi di Istoreco e Mirco Carrattieri dell’Università di Bologna.

Il convegno in Sala del Tricolore contribuirà a mettere in luce fra l’altro il rilievo nazionale ed europeo, oltre che locale, della vicenda dei Martiri del 7 Luglio 1960, con le diverse implicazioni politiche e sociali che furono al centro dell’attenzione internazionale.

Massimo Storchi, direttore del Polo archivistico del Comune di Reggio Emilia e storico di Istoreco, approfondirà le ragioni che hanno portato Comune di Reggio Emilia, Anpi, Cgil e Istoreco a elaborare il progetto del Centro di documentazione, che ha ottenuto il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

A seguire interverrà la professoressa Toni Rovatti del dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, che tratterà delle ricerche svolte sul versante giudiziario, legate quindi al processo seguito ai fatti del 7 luglio e ai possibili sviluppi della verità giudiziaria.

Il professor Philip Cooke docente di Storia e Cultura italiana all’Università Strathclyde di Glasgow, parlerà della rilevanza del luglio 1960 nella storia italiana e internazionale.

Mirco Carrettieri, ricercatore dell’Università di Bologna e membro dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli), modererà il convegno e interverrà in conclusione sul significato e dell’importanza del 7 luglio 1960 nella storia reggiana e nazionale.

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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:50