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L'impianto FORSU Iren di Reggio Emilia è stato oggi ufficialmente inaugurato a Gavassa alla presenza del Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del Vicesindaco del Comune di Reggio Emilia Alex Pratissoli, dell’Assessore all’ambiente Carlotta Bonvicini, del Direttore di ATERSIR Vito Belladonna, del Presidente di Iren Luca Dal Fabbro e dell’Amministratore Delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini.
L’impianto, che sorge su di un’area di 17 ettari, vanta una superficie coperta di 27.500 metri quadrati ed è in grado di trattare 100mila tonnellate di residui organici differenziati e 67.000 tonnellate di frazione verde (sfalci e potature). Può produrre ogni anno 9 milioni di metri cubi di Biometano, 53 mila tonnellate di compost, 10 mila tonnellate di CO2 food grade per usi industriali e alimentari.
L’impianto, al suo interno, ospita un’aula didattica dedicata alle visite, che sarà possibile effettuare da parte di scuole e cittadini.
I lavori sono partiti verso la fine dell’estate del 2021 ed hanno visto alternarsi circa 100 lavoratori delle diverse ditte appaltatrici come massima presenza in cantiere. Sono state previste compensazioni sui territori confinanti l’impianto di tipo ambientale, viabilistico e infrastrutturale. L’investimento complessivo è di 75 milioni di Euro.
All’interno dello stabilimento viene replicato il ciclo naturale di trasformazione dei rifiuti organici ottenendo tre prodotti principali, il biometano, il compost, e l’anidride carbonica che vengono recuperati. Il biometano viene immesso in rete, l’anidride carbonica food grade viene commercializzata, ed il compost viene reso disponibile per le coltivazioni. L'impianto produce una quantità di biometano sufficiente a riscaldare, in un anno, 4600 famiglie o, in alternativa, alimentare 7.600 autovetture (con percorrenza media di 15.000 chilometri l’anno) oppure 190 autobus (con una percorrenza media di 50.000 chilometri l'anno).
Il biometano prodotto dall’impianto è una fonte energetica completamente rinnovabile che sostituisce combustibili fossili ed evita così l’emissione di circa 14 mila tonnellate all’anno di anidride carbonica nell’atmosfera. L’utilizzo del biometano ricavato dall'impianto ed immesso in rete pareggia il bilancio dell’anidride carbonica emessa in atmosfera; ulteriore vantaggio ecologico nell'utilizzo del biometano, è quello poi di impedirne la diffusione nell’ambiente a seguito della decomposizione incontrollata dei rifiuti che si avrebbe in discarica.

L’impianto fa parte di una pianificazione di area vasta, che, partendo dalle necessità territoriali delle aree contigue di Parma e Reggio Emilia, grazie ad una pianificazione integrata a livello regionale, ha distribuito sul territorio gli impianti che tutti implementano il concetto di economia circolare. Una vera e propria rivoluzione nel campo della gestione dei rifiuti, in quanto massimizzata a riutilizzare quanto viene scartato per produrre nuovi beni. In questo ambito, i rifiuti organici costituiscono oltre il 40% del rifiuto urbano. Si tratta di residui di vegetali, frutta, verdura, avanzi dalla preparazione dei cibi, gusci d'uovo, scarti alimentari avariati.

La rivoluzione circolare nella gestione dei rifiuti è iniziata nel momento in cui è partita la raccolta differenziata porta a porta, che ha permesso di aumentare la percentuale di raccolta differenziata arrivando ad un valore di eccellenza: con circa l’83 % di raccolta differenziata la città di Reggio Emilia si colloca ai primi posti della classifica regionale e nazionale: attraverso la gestione integrata ed ai nuovi sistemi di raccolta decisi dall'Amministrazione Comunale e organizzati da Iren la città si colloca al vertice delle comunità virtuose. Tra le raccolte differenziate introdotte con il porta a porta, la raccolta differenziata dell'organico è stata una pietra fondamentale nella gestione dei rifiuti a livello territoriale, in quanto ha permesso di sottrarre allo smaltimento una componente che, da materia soggetta a deperimento è stata trasformata in risorsa ed in un'importante opportunità per il territorio. I residui organici incorporano un potenziale energetico e materico che, opportunamente recuperato grazie ad una avanzata tecnologia, non viene più disperso, ma utilizzato chiudendo il ciclo naturale di trasformazione della materia. Nell’impianto FORSU si produce anche anidride carbonica, con un elevato grado di purezza (food grade), che viene commercializzata grazie ad un accordo con NIPPON Gases, ed utilizzata nella filiera alimentare (carbonatazione delle bevande, confezionamento degli alimenti in atmosfera modificata, food processing, refrigerazione a bassissime temperature di medicinali e vaccini, tra cui quelli COVID, altri usi industriali).  Il terzo prodotto - il compost - in uscita dall’impianto è un ammendante di qualità per le coltivazioni, necessario per ricostituire lo strato di humus che, con le pratiche agricole intensive, viene sempre più ad assottigliarsi.

Hanno detto

"L'impianto FORSU di Reggio Emilia è la coerente prosecuzione di una strategia che, sui rifiuti, ha deciso di puntare sul recupero e sui più avanzati modelli di economia circolare. - afferma il sindaco Luca Vecchi - Anni fa infatti decidemmo, come città, di spegnere un inceneritore e di non costruirne di nuovi. Da allora molto tempo è passato, e grazie alla raccolta differenziata effettuata col sistema del porta a porta spinto siamo riusciti ad arrivare a percentuali di riciclo di eccellenza. Con questo impianto trattiamo la frazione verde e organica ricavandone energia, che servirà a riscaldare le case di migliaia di cittadini e ad alimentare i mezzi del trasporto pubblico urbano. Reggio sul piano ambientale ha ottenuto negli ultimi anni diversi, importanti risultati che hanno contribuito a migliorare la qualità della vita della comunità. L'azione intrapresa sui rifiuti è, senz'altro, una di quelle sulle quali più si è lavorato, e i risultati iniziano a vedersi".
Luca Dal Fabbro, Presidente Iren, ha dichiarato: “L’inaugurazione dell’impianto FORSU di Reggio Emilia conferma ancora una volta l’attenzione di Iren verso i territori e verso i suoi stakeholder. Il contesto attuale ci spinge a progettare il futuro tenendo presente tre componenti strategiche fondamentali: la sicurezza energetica, la competitività e, chiaramente, la sostenibilità, motore di ogni nostra singola azione. FORSU è un impianto che, promovendo la circolarità delle risorse a livello territoriale, rafforza il ruolo di IREN quale partner di riferimento per il territorio e le pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di irrobustire la propria presenza nelle aree storiche e ampliare i confini verso nuove aree strategiche, grazie al recupero delle risorse e la decarbonizzazione, facendo leva anche su nuove tecnologie e progetti fortemente innovativi”. 
“È molto emozionante vedere oggi trasformata in realtà un’intuizione nata qualche anno fa – ha dichiarato il Vicepresidente di Iren Moris Ferretti – una proposta che cercava di tradurre in azioni concrete l’impegno di Iren nell’ambito dell’economia circolare. Il merito va soprattutto ai Comuni di Reggio Emilia, Correggio e San Martino in Rio, precursori nell'individuare le giuste politiche di sostenibilità del territorio e da subito protagonisti del progetto. I ringraziamenti vanno anche a chi inizialmente non era convinto dell'idea di realizzare un biodigestore: grazie alle osservazioni ricevute, abbiamo avuto l’opportunità di stimolare il confronto e migliorare la proposta tecnica, arrivando a realizzare un impianto che oggi può diventare una best practice a livello nazionale”.
Vito Belladonna, Direttore di ATERSIR, ha osservato: "Efficienza ed efficacia nell'utilizzo circolare di risorse e rifiuti, autosufficienza dei territori a livello di bacino ottimale - che coniuga il principio di responsabilità nella gestione dei rifiuti secondo la gerarchia europea - e ancora, dimensione industriale degli operatori per consentire investimenti e tecnologie di avanguardia e tariffe sostenibili, da garantire anche attraverso la regolazione affidata ad ATERSIR. Sono questi i principali tratti distintivi delle politiche in materia di rifiuti che la Regione ha dettato con il proprio Piano rifiuti. In questo quadro si inserisce perfettamente l’impianto che oggi Iren inaugura qui a Reggio Emilia. Con la sua entrata in esercizio si aggiungono 9 milioni di mc di biometano ai circa 12,5 già prodotti in regione, andando così a dare il significato più pieno e concreto all’impegno dei cittadini che collaborano raccogliendo, ognuno di loro, oltre 170 kg all’anno di umido e verde in maniera separata e che, attraverso questo impianto possono quindi vedere valorizzato, contribuendo concretamente alla sostenibilità del nostro sviluppo."

Scheda tecnica dell'impianto Forsu di Reggio Emilia

L' impianto FORSU Iren di Reggio Emilia tratta sia la frazione organica che la frazione verde vegetale pervenute attraverso raccolte differenziate dedicate. È in grado di lavorare annualmente circa 100.000 tonnellate di rifiuto organico e circa 67.000 tonnellate di frazione verde, provenienti dai circuiti della raccolta differenziata. 53.000 sono le tonnellate di compost di qualità che vengono prodotte ogni anno assieme a 9.000.000 di metri cubi di biometano e a 10.000 tonnellate di anidride carbonica food grade per usi industriali.

Nell’impianto si procede dapprima con un trattamento anaerobico, cioè in assenza di ossigeno, del rifiuto organico, per estrarre il biogas (composto principalmente da metano e anidride carbonica) e sottoposto in loco ad un trattamento (upgrading) che lo rende in tutto e per tutto uguale al metano di origine fossile che viene distribuito dalla rete nazionale. Viene inoltre recuperata e valorizzata l'anidride carbonica che presenta caratteristiche food grade per usi industriali. In una seconda fase si procede alla stabilizzazione aerobica, cioè in presenza di ossigeno, del prodotto che esce dalla fase di digestione anaerobica, che viene miscelato con una quota del rifiuto verde e quindi trasformato in compost di qualità per l’agricoltura, un concime ammendante organico.

Le fasi di lavorazione - Stoccaggio e pretrattamento rifiuti

Dopo la fase di pesatura il rifiuto organico viene conferito in una fossa di stoccaggio, la movimentazione del rifiuto viene garantita da una benna a polipo a funzionamento semi automatico. In una zona della stessa fossa viene conferita una parte del rifiuto verde, utilizzato in percentuale in miscelazione con il rifiuto organico da inviare nella successiva fase di digestione. La fase di pretrattamento per la eliminazione dei rifiuti non compostabili viene effettuata su due linee parallele. Al termine del pretrattamento la componente organica e la quota di rifiuto verde viene inviata in una fossa di stoccaggio, qui una benna a polipo a funzionamento automatico rifornisce il sistema di alimentazione alla digestione anaerobica.

Le fasi di lavorazione - Digestione anaerobica

La digestione anaerobica è un processo biologico complesso per mezzo del quale, in assenza di ossigeno, parte della sostanza organica viene trasformata in biogas. La percentuale di metano in esso contenuta varia a seconda del tipo di sostanza organica digerita e delle condizioni di processo nel range 55-65%. Affinchè il processo abbia luogo è necessaria l'azione di diversi ceppi di microrganismi in grado di trasformare la sostanza organica in composti intermedi, principalmente acido acetico, anidride carbonica ed idrogeno, utilizzabili dai microrganismi metanigeni che concludono il processo producendo il metano. Nell’impianto sono installati 4 reattori anaerobici che operano in condizioni termofile (circa 55°C), mentre la digestione è del tipo semi secco con concentrazione del 20% circa di sostanza secca.

Le fasi di lavorazione - Upgrading biogas

Il biogas prodotto viene inviato all’unità di raffinazione al fine di separare il metano dall’anidride carbonica e dagli altri gas. Il biogas subisce pretrattamenti al fine di rimuovere umidità, composti dello zolfo e composti organici volatili non metanici. La tecnologia utilizzata è quella a membrane. L’impianto prevede anche la liquefazione della CO2, che viene recuperata e che presenta caratteristiche food grade, utilizzabile per lavorazioni industriali o per usi alimentari.

Le fasi di lavorazione - Stabilizzazione aerobica

La produzione di compost avviene nella seconda fase, quella aerobica: al materiale in uscita dalla fase precedente vengono aggiunti scarti vegetali provenienti dalla raccolta differenziata del verde opportunamente triturati. Questo processo ha il vantaggio di non produrre scarti liquidi da trattare o da smaltire perché il trattamento avviene con la tecnologia “a secco”. Dopo la miscelazione, il processo di compostaggio aerobico avviene in 20 biocelle servite da areazione forzata ed ha una durata di circa due settimane: al termine, il materiale viene vagliato (vagliatura primaria) ed avviato all’area di maturazione, anche questa servita da ventilazione forzata. Dopo circa 8-10 settimane il prodotto viene ulteriormente raffinato (vagliatura secondaria) ed è quindi pronto per l’utilizzo in agricoltura come ammendante compostato misto.

Il processo di produzione di FORSU è progettato per minimizzare l'impatto ambientale. Il trattamento anaerobico della frazione organica in testa alle lavorazioni abbatte quasi completamente il potenziale odorigeno del rifiuto, che invece concorre alla produzione del biogas. Il digestato in uscita dalla prima fase presenta una ridotta odorosità, che viene poi annullata dalla successiva fase aerobica di produzione del compost. Tutte le lavorazioni sono effettuate in ambienti confinati, e tutta l'aria di processo viene trattata con scrubber e biofiltri, onde evitare residui odori od emissioni indesiderate. Le arie trattate vengono poi convogliate a circa 25 m di altezza. La durata del processo di trattamento della Forsu è di circa 90 giorni complessivi.

Link utili

Per conoscere tutti i dettagli dell'impianto visita il sito www.irenforsu.com.

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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:51