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Le aspirazioni, i bisogni e il disagio di giovanissimi e giovani – tra i 14 e i 25 anni - sono al centro della ricerca e del monitoraggio del nuovo Osservatorio permanente per l’adolescenza di Reggio Emilia. Realizzato dal Comune di Reggio Emilia – Servizio Officina Educativa/Partecipazione giovanile e benessere e dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (Unimore) – Dipartimento Educazione e Scienze umane (Desu), in collaborazione con Ufficio scolastico provinciale, Provincia e l’Azienda sanitaria locale (Asl), l’Osservatorio fornirà, con dati e analisi di prima mano compiute sul territorio, un profilo sempre aggiornato della condizione adolescenziale e giovanile, creando i presupposti di conoscenza necessari alla costruzione di politiche giovanili sempre più coerenti sulla comunità giovanile.

La costituzione dell’Osservatorio dà seguito a esigenze emerse nel corso degli Stati Generali degli adolescenti e dei giovani svoltisi a Reggio Emilia il 30 novembre 2022 e il 17 febbraio 2023, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, il cui esito è stato il Manifesto per le politiche rivolte agli adolescenti ed ai giovani di recente approvato dal Consiglio comunale, oltre che la Mozione consiliare sul tema approvata lo scorso maggio.

Contestualmente, nell’ambito del Progetto Chance che riunisce politiche giovanili e politiche sociali, l’Amministrazione comunale mette in campo un nuovo Servizio educativo di prossimità, rivolto a giovanissimi e giovani, che sarà oggetto di un bando di affidamento pluriennale, la cui pubblicazione è prevista nei primi mesi del 2024, con un impegno economico di oltre 300.000 euro.

Hanno detto

“Individuare e leggere le fragilità personali e di contesto sociale con continuità e con competenze e metodi scientifici, per poter costruire strategie e azioni efficaci, e nello stesso tempo creare opportunità di incontro e recupero attraverso l’apertura, con nuove forze e competenze specifiche, di un nuovo servizio socio-educativo ‘di strada’. Sono i due ulteriori strumenti di analisi, prevenzione sociale ed educazione che il Comune, grazie alla collaborazione con Unimore e con altri attori istituzionali, mette in campo per il mondo giovanile e in particolare per intercettare e prendersi cura delle situazioni di disagio”, ha spiegato il sindaco Luca Vecchi presentando i due progetti ai media.

“Le situazioni di disagio giovanile – ha aggiunto il sindaco – si sono manifestate con maggiore intensità a seguito della pandemia e delle condizioni di isolamento che questa ha prodotto, in tutto il Paese, in particolare nelle aree metropolitane, ma anche in realtà urbane di minori dimensioni. L’Amministrazione ha risposto a queste criticità con il Progetto Chance dal 2021, che ha messo in campo i Cantieri sportivi e le Unità di prossimità, con l’obiettivo di andare incontro ai giovani nei luoghi che frequentano, associando competenze diverse e complementari. Ad esempio, l’operatore di una delle società sportive che hanno partecipato al Progetto è accompagnato da un educatore, per un approccio più completo e coinvolgente dei ragazzi. Il Servizio educativo di prossimità è un ulteriore passo avanti, ancora una volta nella direzione dell’incontro di giovanissimi e giovani nel loro ambiente sociale”.
“Servizi sociali ed educativi lavorano insieme sulle tematiche giovanili, dando seguito a un indirizzo politico unitario ormai decennale – ha detto l’assessora a Educazione e Politiche giovanili Raffaella Curioni – Questi progetti si realizzano grazie a una proficua sinergia fra le istituzioni e fra queste ed i mondi del sociale sensibili al tema della ricerca di risposte alle fragilità. Tutto questo ora potrà avvalersi dell’apporto di ricerca del Dipartimento Educazione e Scienze umane di Unimore, fondamentale per l’impostazione di politiche giovanili ed educative ancor più efficaci, come richiesto anche da una recente mozione, prima firmataria la consigliera Cinzia Ruozzi, approvata dal Consiglio comunale. A sottolineare questa necessità di conoscenza è stato anche il Manifesto in 10 punti ‘Unici e Molteplici’ scaturito dai recenti Stati Generali degli adolescenti e dei giovani. E’ un patrimonio importante, con azioni nuove, nate da una mobilitazione civica e istituzionale per la cura dei ragazzi”.

“Il nuovo Servizio educativo di prossimità – ha spiegato l’assessore al Welfare, Daniele Marchi – sarà una presenza diffusa ‘di quartiere’, verrà costituito da un’équipe specializzata, con le competenze e le sensibilità che servono per costruire o ricostruire rapporti di fiducia. Nella prima fase, con il Progetto Chance, abbiamo rafforzato le Unità di prossimità, ora con queste nuove risorse aumentiamo la specializzazione dell’approccio al mondo e alle tematiche giovanili, con azioni orientate dal necessario rigore e in questo l’aiuto conoscitivo dell’Osservatorio sarà di grande importanza”.
L’assessore Marchi ha poi sottolineato, in tema di immigrazione e minori, che “nel 2023 il Comune di Reggio Emilia ha fatto fronte all’accoglienza di minori migranti non accompagnati con 5 milioni di euro, con risorse proprie. E’ giusto, perché i minori migranti, che arrivano nella nostra città, sono della nostra città, sono di Reggio Emilia. Quello che decisamente non va è invece il fatto che quelle risorse dovrebbero provenire dallo Stato, che invece non contribuisce. Se tutti facessero la loro parte, tutti potremmo fare di più, non solo per accogliere, ma anche per educate, formare e inserire nel lavoro e la situazione migliorerebbe per tutti, non solo per i minori.
“E attenzione – ha concluso l’assessore – Sto parlando del solo Comune, ma altri attori sono in condizioni analoghe, mi riferisco ad esempio all’Asl, che per i casi di maggiore criticità, a cominciare dall’ambito psicologico, è impegnata in maniera significativa con servizi semiresidenziali e residenziali. Il disagio giovanile è un dato evidente, basti pensare che se prima della pandemia, nel 2018, i casi seri di compromissione della salute mentale tra i giovanissimi trattati dall’Asl a Reggio Emilia erano 8, oggi sono 49: un incremento considerevole”.
Il prorettore di Unimore, Giovanni Verzellesi, ha detto che “il progetto dell’Osservatorio permanente per l’adolescenza è uno di quegli strumenti attraverso cui l’Ateneo impatta più direttamente sul tessuto sociale della città e rappresenta bene l’idea moderna di Università civica, cioè della città. Un’Università che non solo trasferisce alla comunità laureati, conoscenze e tecnologie, ma svolge ricerca specifica per la comunità e sulla comunità di appartenenza, come previsto anche dall’Accordo tra Comune e Ateneo recentemente rinnovato. L’Osservatorio permanete, inoltre, è particolarmente utile e importante poiché assicura un monitoraggio continuo, che è necessario data la continuità dei fenomeni osservati”.
“L’Osservatorio - di cui la professoressa Rita Bertozzi, che vanta un’ampia esperienza in ambito europeo, è responsabile del Comitato scientifico - è un progetto innovativo e ambizioso. La finalità generale è quella di monitorare costantemente, per dare un quadro aggiornato su fenomeni, bisogni e aree di rischio, con una metodologia scientifica. Il lavoro sarà su dati che in parte già esistono, ma vanno incrociati e messi a sistema, e su altri dati ricavati ad hoc dalla realtà di studio specifica. L’approccio sarà quello interdisciplinare, tipico del Dipartimento”, ha spiegato la direttrice del Dipartimento di Educazione e Scienze umane di Unimore, Annamaria Contini.

“Altra peculiarità del lavoro di ricerca – ha concluso la professoressa Contini – sarà di avvalersi dell’apporto dei giovani stessi, che vorranno aderire motivatamente e che saranno al centro di un confronto costante. Gli esiti dell’attività dell’Osservatorio sono dunque rivolti sia a coloro che hanno cura dei giovani, quali educatori e operatori sociali, sia ai giovani stessi, che spesso siamo abituati a leggere come semplici consumatori passivi, mentre hanno risorse ed energie per essere veri protagonisti”.

L'Osservatorio

La finalità principale dell’Osservatorio su adolescenti e giovani è di individuare bisogni, aree di rischio e risorse già presenti, verificando la rispondenza tra bisogni e servizi offerti. Le attività principali dell’Osservatorio sono:

  • raccolta di dati territoriali provenienti dalle varie realtà presenti nel Tavolo distrettuale adolescenza e da altre fonti territoriali, regionali, nazionali;
  • indagini conoscitive specifiche;
  • confronto con i dati dell’Ufficio scolastico provinciale, Ausl e Tavolo Chance;
  • elaborazione di strumenti di divulgazione pubblica (report periodici e pubblicazioni)
  • produzione di aggiornamenti sulle aree tematiche del sito web
  • percorsi ed eventi formativi per gli operatori che nei diversi contesti intercettano e lavorano con la fascia adolescenziale e giovanile
  • momenti di confronto periodico con realtà pubbliche adulte e competenti, come il Terzo settore, realtà giovanili come la Consulta studentesca, le associazioni giovanili, le rappresentanze studentesche uni versitarie.

L’Osservatorio su adolescenti e giovani attiva indagini specifiche di approfondimento sulla dimensione territoriale comunale, ma laddove esistono dati relativi alla dimensione provinciale, ci si riferisce anche al bacino provinciale. L’Osservatorio adotta come modalità di lavoro la raccolta e analisi incrociata dei dati esistenti, promuove: il confronto su tematiche specifiche alla luce dei dati disponibili, iniziative conoscitive e di approfondimento, indagini specifiche sulle aree tematiche individuate dal Tavolo distrettuale adolescenza per gli Stati Generali degli adolescenti e dei giovani e poi definite nel Manifesto per le politiche rivolte agli adolescenti e ai giovani:

  • riconoscimento, coinvolgimento dei giovani
  • identità, riconoscimenti, discriminazioni
  • corpo, amore, affettività
  • agio/disagio, fragilità/competenze, inclusione/esclusione
  • adolescenti, giovani e figure adulte
  • scuola: apprendimenti, fatiche
  • formazione e lavoro
  • territorio, luoghi, reti, stili di vita, sport
  • creatività, linguaggi, social media
  • impegno, volontariato, partecipazione.

La sede dell’Osservatorio sarà il Dipartimento Educazione e Scienze umane (Desu) di Unimore. Finanziato dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Osservatorio sarà articolato in un Comitato scientifico, diretto dalla docente sociologa dell’Educazione Rita Bertozzi, composto da esperti in materia di politiche adolescenziali e giovanili; un Comitato organizzativo, composto da un rappresentante per ciascuno dei soggetti istituzionali coinvolti; da una Segreteria scientifico organizzativa, a cura dell’Ateneo.

L’Osservatorio sarà dotato anche di un Portale a carattere divulgativo, che offrirà informazioni sul lavoro svolto e su esiti delle ricerche.

Il servizio di Unità di prossimità

Il nuovo Servizio educativo di prossimità si innesta e potenzia un’esperienza consolidata di approccio a giovanissimi e giovani.

Anche in risposta alle conseguenze delle misure di contrasto alla pandemia da Covid sui più giovani, per far fronte ai loro bisogni e domande ed alle accresciute complessità sociali ed educative, nella primavera del 2021 l’Amministrazione comunale ha avviato il Progetto Chance: una cornice di misure integrate rivolte alle giovani generazioni e in particolare alle condizioni di disagio. Si è costituito un Tavolo di lavoro congiunto interno al Comune tra politiche giovanili, educative e sociali, che ha fatto da raccordo e regia rispetto alle misure messe in campo con il privato sociale, che hanno avuto come cifra comune l’andare incontro ad adolescenti e giovani nei luoghi da loro stessi frequentati spontaneamente: azioni di prossimità socio-educativa per entrare in relazione, in particolare, con coloro che più difficilmente accedono ai ‘presidi territoriali’, quali ad esempio centri sportivi e sociali, tendendo a sceglierne altri e a chiudersi in relazioni più ristrette e meno definibili.

Tra fine 2020 e inizi 2021, l’Amministrazione comunale ha effettuato una mappatura dei luoghi pubblici (parchi, piazze, strade) in cui giovani e adolescenti si ritrovano in modo spontaneo. Sono una trentina questi luoghi di aggregazione spontanea individuati. Sono state censite anche le risorse sociali strutturate, che su quei territori potevano essere attivate per creare contatti con i ragazzi, come centri sociali, realtà sportive.

Si è quindi iniziato letteralmente ad andare a trovare i ragazzi, laddove questi si riuniscono spontaneamente per offrire loro occasioni di socializzazione più aperta e serena, e prevenire fenomeni di disagio sociale.

Sul versante delle Politiche giovanili sono state promosse e organizzate tre edizioni estive di Cantieri sportivi su sette territori sensibili della città, che – in una dimensione di collaborazione pubblico-privato, tra mondo dello sport e dell’educazione – hanno visto educatori ed operatori sportivi lavorare insieme, contaminando i rispettivi saperi professionali, e portando attività motorie nei contesti informali – quartieri, parchi, campetti, skate park - in modalità gratuita, con un coinvolgimento complessivo di 420 ragazzi e ragazze.

Sul versante delle Politiche sociali è stato potenziato il servizio di Unità di prossimità, rinforzando l’equipe che si occupa degli interventi di prevenzione del disagio, allo scopo di intercettare precocemente anche gruppi di ragazzi potenzialmente a rischio e coinvolgerli in attività e opportunità ludiche ed educative.

Dopo questa esperienza, l’Amministrazione comunale ha deciso di potenziare la propria azione, programmando l’avvio del nuovo Servizio educativo di prossimità, rivolto alle giovani generazioni: un’esigenza avvertita dalla comunità ed emersa anche dalle Consulte territoriali.

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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:50