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Nel video, le immagini di Melitopol scorrono sulle note dell’inno nazionale dell’Ucraina: immagini serene di una città di 160.000 abitanti, multiculturale (100 nazionalità presenti), con spazi pubblici curati, parchi, musei, edifici storici, infrastrutture moderne che si mescolano ai volti delle feste tradizionali, scaturite da una cultura antica.

Poi lo stacco sul 24 febbraio 2022, quando l’esercito russo invade l’Ucraina. Dopo i bombardamenti su edifici civili e abitanti, nelle strade di Melitopol (Ucraina sud-orientale) irrompono i carri armati dell’invasore: è il primo marzo 2022. E fra cingoli e cannoni avviene la seconda irruzione, quella disarmata, pacifica, delle migliaia di abitanti della città che fermano i blindati con le mani. Gli stessi abitanti scenderanno in piazza di nuovo l’11 marzo, giorno del rapimento del sindaco Ivan Fedorov, per chiederne il rilascio che avverrà sei giorni dopo.

Oggi, dopo un anno e mezzo di guerra e di occupazione, il 75% della popolazione di Melitopol, circa 90.000 persone, ha trovato rifugio in altre città ucraine non occupate o all’estero, mentre altri 10.000 residenti sono stati prelevati – “rapiti” si legge nei sottotitoli del documentario – dagli occupanti e deportati in altri luoghi. Altre 20.000 persone hanno trovato rifugio in tre centri di aiuto umanitario nelle città vicine di Zaporizhzhia (capoluogo dell’Oblast di cui Melitopol fa parte), Lviv e Kyiv.

Sostituito ‘de facto’ da un esponente filorusso gradito agli occupanti, Fedorov, eletto democraticamente, è ora sindaco ‘de iure’ di Melitopol, con sede a Zaporizhzhia, e insieme con i membri legittimi dell’Amministrazione comunale continua a resistere, operare, testimoniare.

I ragazzi rimasti in città continuano a studiare soprattutto con lezioni online, gli adulti cercano di sopravvivere e di sostenere la controffensiva di liberazione ucraina dall’interno, al punto che Melitopol è considerato centro fondamentale del movimento partigiano ucraino.

La visita e l'accordo di solidarietà

Il video è stato diffuso durante la visita del sindaco di Melitopol Ivan Fedorov a Reggio Emilia, dove ha incontrato Luca Vecchi, sindaco della città emiliana, per la sottoscrizione di una Dichiarazione di solidarietà e amicizia (testo allegato), preambolo a un possibile Gemellaggio che potrà essere istituito con la pace, una volta avvenuta la liberazione della città ucraina.

Fedorov - a cui il Parlamento europeo ha conferito il premio Sakharov per la libertà di pensiero e di espressione e che rappresenta i sindaci delle città ucraine invase e la loro resistenza - era accompagnato dal vicesindaco Mykhailo Semikin e dal consigliere Svystun Olexandr: la delegazione ha visitato in questi giorni alcuni Paesi europei e oggi appunto Reggio Emilia.

Hanno detto

“Siamo e saremo sempre vicini alla comunità di Melitopol e al popolo ucraino – ha detto il sindaco Luca Vecchi, rivolgendosi a Fedorov – Una vicinanza che nasce dalla condivisione di ideali di libertà, solidarietà e cooperazione, affinità tra i nostri territori, che si è dimostrata fattivamente da subito con i consistenti aiuti di farmaci, alimenti e beni di prima necessità, partiti da Reggio Emilia all’indomani dell’invasione dell’Ucraina e con l’aver ospitato circa 3.000 profughi ucraini che fuggivano dalla brutalità e dall’orrore della guerra.
“Al momento dell’invasione dell’Ucraina – ha aggiunto il sindaco Vecchi – Reggio Emilia non si è girata dall’altra parte, anche nelle relazioni internazionali, sospendendo da subito le collaborazioni istituite con il museo Ermitage di San Pietroburgo e togliendo dal festival internazionale di Fotografia Europea le mostre programmate che proprio nel 2022 prevedevano autori russi, poiché dalla nostra storia abbiamo appreso cosa significhi essere occupati, umiliati e privati di autodeterminazione.
“Questa vicinanza – ha concluso il sindaco Vecchi - è destinata a proseguire e a intensificarsi, in quella che sarà la fase di ricostruzione sociale, culturale, educativa ed economica di Melitopol e dell’Ucraina. Siamo quindi pronti da subito a perfezionare progetti, nei campi educativo, economico, sanitario, della sostenibilità per affrontare insieme la sfida ecologica, dell’innovazione tecnologica. Da oggi la Sala del Tricolore, Casa comune di Reggio Emilia, emblema di pace e luogo storico dell’Italia, è anche la Casa di Melitopol e dell’Ucraina”.
“Vi ringrazio dell’accoglienza e di una vicinanza, evidente già solo nei vostri sguardi e nel vostro calore. Una vicinanza che è concreta nei fatti e negli ideali: abbiamo bisogno di entrambi, i fatti al pari del sostegno ideale e morale, che è un dato fondamentale per noi, per resistere e liberarci da questa occupazione brutale. Firmare questa Dichiarazione di solidarietà e amicizia per noi è un atto molto importante: significa che ora e in futuro costruiremo insieme, in diversi campi, per le nostre comunità”, ha detto il sindaco Ivan Fedorov.
“Siamo qui a Reggio Emilia – ha aggiunto Fedorov – perché democraticamente eletti, a nome di Melitopol ma anche di tutti i cittadini ucraini, sapendo che è impossibile ricostruire senza condivisione e amicizia. Con questo spirito, l’Ucraina si sente parete dell’Unione europea e la firma di oggi va nel senso di una integrazione e di una programmazione sempre più stretta per il nostro futuro.
“Un futuro – ha sottolineato il sindaco di Melitopol – che significa liberazione, ritorno a casa. E affinché questo avvenga, servono collaborazioni e azioni di sostegno sociale, educativo, sanitario, universitario, di innovazione tecnologica e nella gestione urbana, intese economiche, senza dimenticare l’impegno e la caratteristica multiculturale, che identifica e accomuna fortemente le nostre città. Ci vorranno anni per ricostruire, servirà il contributo di tutti, compreso quello spirituale della Chiesa in grado di alimentare speranza, servirà ricostruire relazioni nella società civile. Dobbiamo prepararci, dobbiamo farci trovare pronti.
“E dobbiamo essere ben consapevoli – ha concluso Fedorov – che l’Ucraina combatte per l’intera Europa, per la libertà europea”.

La costituzione del CLN

Per coincidenza, nella giornata di oggi ricorre l’80° anniversario della costituzione del Comitato di liberazione nazionale (Cln) di Reggio Emilia, avvenuta il 28 settembre 1943: perciò i sindaci Luca Vecchi e Ivan Fedorov, insieme con il presidente dell’Anpi Ermete Fiaccadori, hanno deposto una corona, con i colori della bandiera italiana e di quella ucraina, al monumento alla Resistenza e hanno ricordato così il comune sacrificio, sia pure in epoche diverse, per la liberazione delle rispettive città e Paesi.

Al Teatro Valli

Dopo una visita al teatro Municipale Romolo Valli, accompagnati dal direttore della Fondazione i Teatri Paolo Cantù, la delegazione ucraina e il sindaco Vecchi hanno incontrato nella Sala degli specchi il rappresentanti delle istituzioni – il prefetto Maria Rita Cocciufa, per la Provincia il consigliere delegato e sindaco di Albinea, Nico Giberti - del mondo educativo reggiano con la presidente della Fondazione Reggio Children Carla Rinaldi e il direttore dell’Istituzione scuole e nidi dell’infanzia Nando Rinaldi; del sistema economico, rappresentato dal presidente della Camera di commercio dell’Emilia Stefano Landi e da vari imprenditori; del mondo culturale, rappresentato dallo stesso direttore Cantù; della cooperazione e delle relazioni internazionali con la presidente della Fondazione E35 Alessia Ciarrocchi e la consigliera della Fondazione Mondinsieme oltre che dell’Associazione ucraina di Reggio Emilia, Diana Bota.

In municipio e in Sala del Tricolore

Dopo la conferenza stampa in Municipio, i sindaci Vecchi e Fedorov hanno sottoscritto in Sala del Tricolore la Dichiarazione di solidarietà e amicizia fra Reggio Emilia e Melitopol, alla presenza della Giunta comunale, del presidente del Consiglio comunale Matteo Iori e di alcuni consiglieri, di una rappresentanza della Comunità ucraina da diversi anni presente a Reggio Emilia e particolarmente attiva nell’accoglienza e negli aiuti alla madrepatria dopo l’invasione russa. A conclusione dell’incontro, il sindaco Luca Vecchi ha conferito il Primo Tricolore al sindaco Ivan Fedorov, quale massimo segno di riconoscenza e vicinanza di Reggio Emilia a Melitopol e a tutte le città ucraine.

L'amicizia fra Reggio Emilia e Melitopol

Le Amministrazioni comunali di Reggio Emilia e Melitopol erano già collegate nella Rete Intercultural Cities del Consiglio d’Europa e si avviano ora a definire un patto di solidarietà e amicizia per forme di collaborazione nel processo di ricostruzione in Ucraina, che vedrà in prima fila i Paesi dell’Unione Europea.

Oggi - oltre ai valori comuni di multiculturalità, cooperazione internazionale e solidarietà – uniscono Melitopol e Reggio Emilia la progettazione europea, l’educazione all’infanzia, il settore agricolo e meccanico e quello socio-sanitario. Melitopol è inoltre interessata a un’ulteriore interazione tra imprenditori reggiani e ucraini e all’adozione di esperienze per la realizzazione di impianti industriali e per la gestione dei servizi.

Un sindaco e la guerra

Nel 2022, durante l’invasione dell’Ucraina da parte dell'esercito russo, Melitopol è stata tra le prime città a essere occupata. Il sindaco Ivan Fedorov venne sequestrato dalle forze militari russe l’11 marzo e scattò l’indimenticabile protesta di duemila cittadini ucraini, che scesero in piazza nella loro città occupata con le bandiere ucraine, per richiedere la liberazione del primo cittadino. Dopo sei giorni di prigionia, venne liberato.

Da allora Melitopol è una “città in esilio” e Fedorov assurge a simbolo delle città occupata: è lui nel 2022 a ritirare a Strasburgo il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, che è stato conferito dal Parlamento Europeo al popolo ucraino.

Melitopol

La città di Melitopol si trova nel sud-est dell’Ucraina. Prima dell’inizio dell’occupazione, la popolazione della città era di 160.000 persone. La sua superficie totale è di 49,66 chilometri quadrati. Melitopol si trova sul fiume Molochnaia, vicino alla costa del Mar d'Azov. Due autostrade internazionali attraversano la città, che è dotata anche di una stazione ferroviaria e un aeroporto cargo.

A seguito della riforma del decentramento in atto in Ucraina, nel 2019 Melitopol è diventata il centro amministrativo del distretto unificato di Melitopol, il distretto più grande della regione di Zaporizhzhia, che comprendeva 16 comunità territoriali con una popolazione totale di 286.600 persone.

La città fu fondata nel 1784 e si è sviluppata con un forte coinvolgimento di persone provenienti da diversi Paesi: a Melitopol sono presenti comunità provenienti da cento Paesi, che fino a prima dell’invasione vivevano in pace e armonia da quasi tre secoli. Reggio Emilia e Melitopol sono tra le città che hanno fondato il programma Intercultural Cities del Consiglio d’Europa, tra i punti di riferimento per la promozione del dialogo interculturale come risorsa per lo sviluppo delle città.

Durante il XX secolo Melitopol si è trasformata in un grande centro commerciale e industriale dell’Ucraina meridionale. La moderna Melitopol è un centro industriale con industrie meccaniche, leggere e alimentari sviluppate. In città operano diverse grandi e un centinaio di medie e piccole imprese, che producono circa 20.000 tipi di prodotti.

Melitopol è anche un importante centro educativo e formativo. La città ha due università (pedagogiche e agrotecnologiche), licei professionali, scuole professionali. Gli studenti costituiscono circa il 10 per cento della popolazione della città. Nel 2019, Melitopol ha ottenuto il premio "Città educanti" dell’Unesco, diventando una delle 10 città più progressiste al mondo che sviluppano politiche per l’apprendimento permanente. Melitopol è anche una città dello sport, con oltre 30 impianti e diverse società professionistiche. Ogni anno, prima del conflitto, in città si organizzavano oltre un centinaio di eventi sportivi, tra cui tornei di pallamano, ginnastica, scacchi e dama, nuoto e triathlon. La regione di Azov, in cui si trova Melitopol, prima della guerra contava circa 1,5 milioni di turisti all’anno.

Il Consiglio comunale di Melitopol è l’unica amministrazione locale che ha continuato a operare in modo integrato pur essendo in esilio. Tutti i dipartimenti sono attivi nonostante la città oggi sia ancora sotto occupazione, attualmente il Comune di Melitopol è ospitato a Zaporizhzhia.

La città ucraina mira, nonostante la guerra in corso, ad espandere la geografia delle relazioni di partenariato per lo scambio di esperienze nel campo della gestione urbana, dei prodotti della cultura e dell’arte, della conoscenza reciproca della vita, della storia e dell’economia delle città, con progetti commerciali, educativi e sportivi congiunti, oltre al rafforzamento dell’amicizia tra i popoli.



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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:51