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Prenderà il via venerdì 13 ottobre la prima edizione del “Festival Balkanika” dedicato, nell’anno dell’esordio, alla capitale della Bosnia-Erzegovina. “Sarajevo mon amour” è, infatti, il tema scelto per l’iniziativa che porterà a Reggio Emilia e dintorni spettacoli, mostre, conferenze e storie di sport per promuovere la conoscenza dei Balcani.
Il titolo dell’iniziativa è ripreso dal libro di Jovan Divjak, figura simbolica della pace e del dialogo per tutti i Balcani. Un’area geografica di grande importanza strategica, soprattutto in questo periodo, che vede il riaccendersi di tensioni e scontri, causati anche dalla guerra tra Russia e Ucraina.
Il Festival Balkanika, promosso da Iscos Emilia-Romagna, insieme a Istoreco e Cisl Emilia Centrale, coinvolge numerose realtà del territorio tra cui Giro del Cielo, Lup, Boorea, Anteas Aps Er, Federazione Italiana Pallacanestro Reggio Emilia, Ipssc Filippo Re, Granello di Senape, Mirni Most, Viacassoli1. Realtà reggiane che in questi anni hanno realizzato iniziative, eventi culturali, viaggi della memoria e della solidarietà, momenti formativi e laboratori nelle scuole seguendo il tema della guerra nella ex-Jugoslavia degli anni Novanta e gli sviluppi geopolitici del contesto balcanico, tra cui le questioni legate alle rotte migratorie.
Diversi i momenti dedicati a Sarajevo, definita da alcuni la Gerusalemme d’Europa, città evocativa e suggestiva nell’immaginario collettivo, teatro di uno degli episodi più tragici della storia europea del dopoguerra: l’assedio alla città durò quasi quattro anni durante i quali, in assenza di acqua, cibo e generi di prima necessità, i suoi abitanti riuscirono a resistere con le armi, l’impegno, la forza di volontà, e la cultura. Emblematico l’appuntamento alla sinagoga di via dell’Aquila in programma domenica 15 ottobre dove Eli Tauber racconterà la straordinaria storia dell’Haggadah, libro sacro per la comunità ebraica di Sarajevo. Insieme all’Haggadah si parlerà anche dell’esperienza dei bambini di Sarajevo salvati a Villa Emma di Nonantola durante l’occupazione nazi-fascista.
Non potevano mancare le storie di sport, soprattutto di basket, con il Bosna Sarajevo campione d’Europa e l’esperienza del basket jugoslavo famoso in tutto il mondo. A raccontare le diverse esperienze sportive le testimonianze di Marina Džinić, della Puianello Basket Team e i giovani cestisti reggiani di ritorno dal loro viaggio Basket & Balkans che ha percorso le città gemellate con Reggio Emilia: Zadar, Kragujevac e Sarajevo.
Balkanika al femminile, per valorizzare le esperienze di attivismo delle donne in quell’area, vedrà protagoniste molte voci della cultura italiana e e jugoslava come Staša Zajović, leader storica delle Donne in Nero di Belgrado e rappresentanti della rete “Iniziativa giovanile per i diritti umani -Yihr” provenienti da Kosovo, Croazia e Bosnia Erzegovina, che riunisce giovani attiviste impegnate nei processi di riconciliazione, antidiscriminazione e contro i discorsi d'odio.
Al Teatro San Prospero, giovedì 19 ottobre Mara Moschini e Marco Cortesi porteranno in scena lo spettacolo teatrale “La scelta – e tu cosa avresti fatto?” quattro storie di giusti nel tempo del male raccontate da Svetlana Broz nel suo libro omonimo. Le matinée prevedono la partecipazione di oltre 380 studenti di 6 scuole superiori della città e dintorni. La replica serale sarà aperta al pubblico dalle 21, il ricavato andrà a sostenere l’Associazione Lotos attiva a Zenica in favore di bambini e bambine con disabilità.
Sempre giovedì 19 ottobre, all’interno di Istoreco, verranno aperti gli archivi di Piero Del Giudice con la presentazione a cura di Chiara Torcianti, Michele Bellelli e il gruppo di lavoro sul materiale fotografico del reporter originario di Casalmaggiore che tanto ha lavorato sui Balcani.
Nella mattinata di sabato 21 ottobre al Museo di Casa Cervi è in programma una conferenza dal titolo: “L’Europa muore o rinasce a Sarajevo? - Eredità e attualità di Alex Langer nei Balcani” con Staša Zajović Donne in nero Serbia, Paolo Bergamaschi già consigliere politico presso la Commissione Esteri del Parlamento Europeo e collaboratore di Alexander Langer, Sabina Langer della Fondazione Langer e, in collegamento, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini. Il titolo dell’incontro è mutuato dal famoso, e provocatorio, manifesto di Langer pubblicato nel maggio del 1995 in cui l’attivista chiedeva di interrompere la neutralità tra aggrediti e aggressori e chiedeva che l’Unione Europea aprisse le sue porte alla Bosnia Erzegovina. A seguire l’inaugurazione della mostra divulgativo-didattica “Le utopie concrete di Alexander Langer” con un ricordo di Aldo Capitini (a cura di Lorenzo Capitani e Ugo Pellini) con un intervento di Pasquale Pugliese (Movimento Nonviolento Reggio Emilia).
Agli Orti Spallanzani domenica 22 dalle 17 andrà in scena la Grande serata Balkanika con racconti e testimonianze di studenti e scout di vari gruppi regionali che racconteranno i loro viaggi nei Balcani. Durante la serata sarà proiettato il documentario “La pace fredda, è davvero finita la guerra in Bosnia Erzegovina?” di Marcella Menozzi, autori Luca Leone e Andrea Cortesi. A seguire cena balcanico-emiliana con ćevapčići e concerto del gruppo Bosantikum composto da Tamara Jovičić, Duško Subotić e Maja Buha.
Dal 13 al 22 ottobre sempre al Centro sociale Orti Spallanzani sarà esposta la mostra “Manifesti di comunicazione Sociale – Most un ponte tra Reggio Emilia e i Balcani” realizzati dagli studenti delle classi quarte dell’anno 2019-2020 indirizzo grafico Blaise Pascal.
Il Festival gode del patrocinio del Comune di Reggio Emilia, della collaborazione con la Regione Emilia Romagna e con il sostegno di Alleanza coop. 3.0.
“Questa iniziativa – sottolinea Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia – è frutto dell’importante percorso intrapreso un anno fa attraverso il gemellaggio con Sarajevo Centar. Si tratta di una prima edizione del festival che vede protagoniste organizzazioni della società civile reggiane attraverso cui la nostra città ha costruito solidi rapporti di solidarietà e cooperazione, inoltre parteciperanno oltre alcuni dei testimoni incontrati durante la missione in Bosnia-Erzegovina. In queste giornate Reggio dialogherà con i Balcani mettendo al centro i temi molteplici temi: solidarietà internazionale, dialogo interculturale e interreligioso, giovani, pari opportunità, cultura, memoria e sport. Questo mix rappresenta l’essenza e il valore delle relazioni internazionali e del dialogo tra popoli. Il gemellaggio con Sarajevo non è soltanto istituzionale, tra due amministrazioni locali, ma vede uno scambio costante e un arricchimento progettuale che ha un protagonismo forte nella società civile di Reggio Emilia”.
La Cisl Emilia Centrale è tra le realtà associative che promuovono il Festival: “Con Balkanika vogliamo aprire uno sguardo verso il futuro – spiega Rosamaria Papaleo - vogliamo parlare di Balcani soprattutto con le giovani generazioni, vogliamo avvicinare questa importante aera geografica a noi, portarla in città, ospitando attiviste e testimoni della storia recente e presente”.
“Purtroppo quest’area è uscita dalla nostra attenzione, inspiegabilmente, perché è così vicina. La sua storia è parte dell’Europa e della nostra identità – afferma Andrea Cortesi di Iscos - Una guerra troppo recente per essere raccontata dai libri di storia a scuola e troppo lontana essere considerata un argomento di attualità”.
“La situazione nei Balcani, purtroppo, è tutt’altro che risolta – conclude Tamara Cvetković – da anni, come Iscos, sosteniamo associazioni e attivisti in difesa dei diritti essenziali: scuola, sanità, lavoro, giustizia. Balkanika vuole essere anche questo, un atto di impegno, di coinvolgimento e vicinanza nei confronti di chi vive in questi Paesi al tempo della pace fredda”.
Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:51