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Di seguito, l’intervento dell’assessora alle Politiche educative Marwa Mahmoud, sulla scuola primaria di Marmirolo, stasera in Consiglio comunale.
“Oggi ci troviamo in un momento storico molto significativo e delicato e ciò che riguarda la scuola riguarda ognuno ed ognuna di noi e deve essere un’urgenza comune – ha detto l’assessora - Poiché la scuola è un presidio sociale, culturale ed educativo che tiene in vita un’intera comunità.
La scuola è il principale baluardo sociale della comunità, un presidio di democrazia e contrasto alle diseguaglianze.
Amministrare oggi le politiche educative è una sfida complessa per diversi motivi. Poiché richiede una gestione delicata e multidimensionale, che equilibra esigenze diverse e in continua evoluzione, spesso con risorse limitate. Occorre gestire le relazioni con gli insegnanti, i genitori, i dirigenti scolastici, il territorio avendo ben presenti principalmente i diritti degli alunni.
E’ questo il motivo per cui comprendo bene le ragioni di chi in questi giorni ha manifestato un proprio dissenso. Le loro ragioni le ho ben presenti e sono loro vicina, poiché comprendo la volontà di mantenere vivo un servizio comunitario per tutte e tutti.
Ci sono alcuni punti ‘focus’, su cui dovremmo concentrare le nostre riflessioni.
Le variazioni demografiche che stanno caratterizzando il nostro tempo e il nostro Paese chiedono una riflessione e un cambiamento della scuola. Possono essere un’opportunità e un’occasione per proporre modelli diversi, anche organizzativi, che coinvolgano le frazioni più centrali come quelle del forese, allo scopo di fornire la possibilità di sperimentare nuovi strumenti di comunità flessibili, spazi per forme di apprendimento diverse, momenti di crescita personale e relazionale più qualificati.
Il calo demografico non può essere affrontato con soluzioni identiche per ogni angolo del nostro Paese e della nostra città, ma con modelli flessibili che - sfruttando gli strumenti dell’autonomia scolastica - siano in grado di definire le migliori soluzioni per territori ed esigenze differenti.
“Una grande battaglia a Reggio è il tempo pieno nella primaria, poiché si tratta di un’emergenza. Se fosse per me, il tempo lungo dovrebbe essere un’opportunità estesa a tutti i plessi della nostra città. Invece non è così. Non tutti gli istituti comprensivi hanno tempi pieni e questo crea disequilibri: i genitori chiedono principalmente questo servizio creando esuberi a scapito dei tempi normali, dove si iscrivono sempre meno bambini.
Il tempo lungo è la salvezza dei bambini. Se si investe nella scuola si investe nel tempo lungo. Il tempo lungo è una conquista democratica. Poiché non dobbiamo solo pensare ai ragazzi che al pomeriggio fanno tutte le attività e hanno chi li segue per fare i compiti. Noi dobbiamo pensare a chi non viene seguito e non fa nulla al pomeriggio. Il tempo lungo risponde a questo: più tempo scuola è la risposta.
Peraltro nella nostra città le famiglie frequentano nella fascia della scuola d'infanzia quasi ovunque il tempo pieno e, in gran parte, anche il tempo prolungato con percentuali che arrivano a toccare il 98% di bambini frequentanti. Immaginiamo insieme cosa possa significare per le famiglie trovarsi in prima classe della primaria, con uscita di tempo normale, dopo aver frequentato nido e/o scuola d'infanzia con tempo lungo.
“Ora veniamo a noi. Rispetto alle iscrizioni alla scuola primaria della nostra città.
Nei mesi scorsi ho seguito e raccolto da vicino le esigenze di famiglie, delle consulte di cui ho incontrato i coordinatori, e di tutti gli interlocutori legati al mondo scolastico che hanno cercato di organizzarsi nelle frazioni della nostra città, per essere certi di riuscire a comporre ovunque la classe prima. Ho partecipato a riunioni prima e durante gli open days, per cercare di garantire a tutti i bambini ‘di stradario’ di trovare una risposta territoriale, di prossimità, e questo se avvenisse in tutta la città permetterebbe di crescere una diffusa equità sociale.
“Ho seguito con molta attenzione l'evolversi della situazione delle iscrizioni a scuola per il prossimo anno scolastico, insieme ai servizi educativi del Comune, all’Ufficio scolastico territoriale e con i dirigenti scolastici, concentrandoci in particolare sull’analisi di quei plessi in frazioni o in zone della città più fragili dal punto di vista della tenuta sociale e del bacino di potenziali iscritti alle future prime classi, e sulla discrepanza, ogni anno sempre più grande, tra l'offerta di posti a tempo pieno e la reale domanda (che supera di oltre il 30% l'effettiva disponibilità).
Il processo di definizione dell'offerta scolastica coinvolge due attori fondamentali oltre all’Amministrazione comunale: le istituzioni scolastiche e l'Ufficio scolastico territoriale che, concluso il processo, definisce poi l'effettivo numero di classi prime autorizzate, sulla base dell'annuale circolare ministeriale sulle iscrizioni e sull'organico di docenti reso disponibile ogni anno dal Ministero, quantificato a partire dall'effettiva popolazione scolastica.
“Le indicazioni che sono arrivate al tavolo di lavoro dall'Ufficio scolastico sono state fin da subito chiare sulla possibilità di autorizzare classi a partire dai 15 alunni iscritti, indipendentemente dal numero di alunni con diritti speciali, con un margine di flessibilità che poteva scendere fino ad un limite minimo di 14.
Il dirigente scolastico organizza le classi iniziali di ciclo delle scuole in base al numero complessivo degli iscritti e assegna gli alunni alle sezioni tenendo conto delle scelte fatte dai genitori in fase di iscrizione. Il numero minimo e massimo di alunni costitutivo delle classi può essere incrementato o ridotto del 10%. Il numero degli alunni nelle classi iniziali, che accolgono alunni con disabilità, non può superare il limite di 20.
Queste sono le condizioni poste al tavolo da una regola prevista non dal Comune né dai dirigenti scolastici, ma dalle condizioni effettive del contingente di insegnanti che potrà essere realmente disponibile (regole peraltro chiare e note fin da prima dell'inizio delle iscrizioni, facilmente rinvenibili in rete nella Circolare Iscrizioni scolastiche anno scolastico 2025/2026).
“Le iscrizioni si sono chiuse il 10 febbraio. Il 14 e il 24 febbraio abbiamo convocato il tavolo dei dirigenti scolastici insieme all’Ufficio scolastico provinciale. La prima volta per raccogliere il numero degli iscritti, per fare un punto sullo stato dell’arte delle iscrizioni, darsi una linea e convenire quali famiglie sondare per verificare eventuali seconde scelte o esuberi. Era necessario che i dirigenti scolastici intervenissero entro il 28 febbraio per chiedere alle famiglie che avevano indicato seconde scelte. Questo avrebbe permesso alle famiglie di optare per alcuni plessi.
Nella giornata del 28 febbraio, nel giorno del cosiddetto click day, tutte le scuole della città hanno accolto o re-indirizzato ad altra scuola le domande di iscrizione, non con atti unilaterali o a seconda di quello che desideravano, ma rispettando le regole ministeriali e, quando presenti, le seconde scelte indicate dalle famiglie.
“Comune e Istituzione scolastica continueranno a sostenere e investire nei plessi che vivono maggiori difficoltà nel forese, confermando ed eventualmente potenziando progettualità in orario curricolare o extracurricolare.
Non viene meno il sostegno a queste scuole, come ad altre che si trovano nella stessa criticità rispetto a numeri che calano un po' ovunque e ad un tempo scolastico, del solo mattino, sempre meno in linea con i bisogni delle famiglie.
Da parte nostra non v’è stato alcun cambio di rotta. Nessuna scelta in contrasto con gli sforzi degli anni passati e delle Amministrazioni che ci hanno preceduto, ma anzi maggiori investimenti laddove rileviamo e raccogliamo esigenze e fabbisogno delle famiglie e del territorio.
“Nei prossimi giorni, in accordo con la presidente della Seconda Commissione consiliare, sarà convocata una seduta sulle iscrizioni alle scuole primarie cittadine, dove inviteremo il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale, il responsabile dei Servizi educativi 6-14 e i dirigenti scolastici del Primo ciclo.
Tutto quello che sarà possibile fare, lo faremo, mettendo in campo educatori a sostegno delle attività scolastiche. Chiederemo anche – ha concluso l’assessora Mahmoud - un maggior impegno presso l’Ufficio scolastico regionale per prevedere, nella circolare iscrizioni, deroghe specifiche per le frazioni e i territori rurali, per poter autorizzare classi in deroga con un numero di alunni inferiore, per non spopolare i piccoli centri. In analogia con quello che si fa per le zone montane”.
Ultimo aggiornamento: 04-03-2025, 08:24