Salta al contenuto

Contenuto

Di seguito, l’intervento del sindaco Marco Massari, stamani in Sala del Tricolore, all’apertura del convengo Renzo Bonazzi. L’uomo, il sindaco, l’intellettuale, promosso da Comune, Anpi e Istoreco in occasione del centenario della nascita dei Renzo Bonazzi, sindaco di Reggio Emilia dal 1962 al 1976:

“Ci accingiamo oggi – in occasione del centenario della nascita - ad avviare il terzo momento pubblico di riflessione e studio su Renzo Bonazzi, dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2010.
Dopo La cultura del cambiamento, Renzo Bonazzi, sindaco di Reggio Emilia (1962-1976) del 2012 e Renzo Bonazzi. protagonista della stagione delle conquiste e dei diritti del 2022, che hanno sviluppato con efficacia temi specifici ancorché pienamente integrati e coerenti tra loro ed emblematici del pensiero del protagonista, oggi con Renzo Bonazzi. l’uomo, il sindaco, l’intellettuale possiamo cogliere l’intento di una rappresentazione ancor più completa, a tutto tondo, di questa illustre personalità di Reggio Emilia, città di cui fu sindaco dal 1962 al ‘76, per essere poi eletto senatore da quello stesso anno all’87.
Questo convegno è parte di un organico programma di iniziative promosso da Comune di Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, Istoreco e Anpi in occasione del centenario della nascita di Renzo Bonazzi.
Non siamo qui per una ricorrenza meramente celebrativa – un approccio di questo tipo non sarebbe probabilmente gradito neppure a Renzo, così anticonformista, attento alla concretezza delle idee e all’urgenza dei bisogni.
Siamo qui per riscoprire Renzo e ritrovarci in lui, operando anche per la conservazione e promozione del suo lascito politico-culturale.
A tale scopo è stato intrapreso un percorso per la valorizzazione del patrimonio documentario legato a Bonazzi, a partire dalla donazione alla Biblioteca Panizzi dell’Archivio Bonazzi e per la quale si ringraziano gli eredi, Alessandro e Federico Bonazzi, per il generoso gesto di donazione, attualmente in corso di perfezionamento.
Grazie anche a tale documentazione è in preparazione una biografia, curata dalla storica Laura Artioli, che consentirà di delineare per la prima volta il profilo biografico di Renzo Bonazzi.
All’interno di questo percorso si colloca dunque la giornata di studi che propone un approfondimento sulla figura di Bonazzi nella sua triplice dimensione: quella biografica, quella dell’amministratore pubblico e quella dell’intellettuale.
Bonazzi appartiene a quella generazione - segnata dalla guerra e dall’impegno per il rinnovamento dell'Italia postbellica - e ad una cultura politica - quella del partito comunista - in cui attività pubblica, militanza politica e impegno culturale si intrecciano strettamente.
Questa propensione si riflette anche nell’ambito dell’azione amministrativa promossa da Bonazzi, con la circolazione di idee e saperi tra società civile e decisione pubblica grazie al sodalizio di Bonazzi con tecnici e intellettuali.
L’impegno di Bonazzi, nonostante il forte radicamento locale, s’iscrive inoltre nell’orizzonte regionale e nazionale. Infatti Bonazzi rappresenta una figura paradigmatica del riformismo emiliano promosso dal Pci, che annovera tra le sue file personalità come Renato Zangheri (di cui anche per quest’ultimo ricorre il centenario della nascita).
Coniugando l’attività politico-istituzionale con una spiccata propensione all’impegno culturale, Bonazzi ha promosso infatti un innovativo modello amministrativo e di welfare operando per la trasformazione della città a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, nella stagione delle riforme.
Al nome di Bonazzi infatti si legano importanti sperimentazioni destinate a connotare l’identità della Reggio contemporanea: in quel periodo Reggio smetteva di essere un borgo e intraprendeva la strada difficile ed entusiasmante dell’essere città.
Ricordiamo alcune di quelle esperienze:
  • le scuole dell’infanzia comunali, create grazie alla spinta di alcune importanti figure femminili quali Ione Bartoli, Loretta Giaroni ed Eletta Bertani e al fondamentale apporto di Loris Malaguzzi;
  • la forte e convinta promozione della cultura: tra le tante esperienze ricordiamo ‘Musica/Realtà’, il secondo convegno del celebre “Gruppo 63” e la presenza del Living Theatre. A Reggio cominciarono ad essere di casa intellettuali come Dario Fo, Gianni Rodari, Elio Vittorini, Cesare Zavattini e lo psichiatra Giovanni Jervis. Venne creato l’Istituto Banfi. Si reinventa e si riorganizza l’attività museale e l’attività del teatro Municpale;
  • nel ’67 vengono varati il Piano regolatore generale firmato da Giuseppe Campos Venuti e Osvaldo Piacentini, i piani Peep di edilizia popolare e la rigenerazione di quartieri cittadini; nasce il quartiere di Rosta Nuova;
  • negli anni della sua amministrazione nascono, a buon diritto annoverabili fra i servizi per il sociale, l’Azienda consortile gas-acqua (1973) e l’Azienda consortile trasporti (1975), e si apre il nuovo Arcispedale Santa Maria Nuova;
  • ricordiamo infine l’apertura di Reggio al mondo, in stretta collaborazione con Giuseppe Soncini: tra le tante iniziative l’appoggio alla indipendenza del Mozambico, la cittadinanza ad Angela Davis, le iniziative a sostegno del popolo vietnamita; la corrisponenza che Bonazzi intrattiene con Bertrand Russell e con la Peace Foundation.
Permettetemi, quale sindaco pro tempore di Reggio Emilia, di sottolineare alcuni temi conduttori di Renzo Bonazzi, che ancora oggi segnano la vita culturale, amministrativa e pubblica della nostra città.
Una città a misura d’uomo’ era lo slogan che lui scelse per Reggio. Senza quella città a misura d’uomo, Reggio non sarebbe stata negli anni successivi quella città dinamica, solidale, ricca di capitale sociale che sappiamo e oggi probabilmente non potremmo parlare di ‘Città delle persone’.
Renzo era anche una persona vicina agli ultimi, con grande generosità, sensibilità e assiduità, come raccontò don Daniele Simonazzi durante il rito esequiale di Renzo: ‘In Renzo c’erano un umile magistero e una signoria del servizio. A cominciare dal suo impegno di sindaco per gli ultimi, in particolare per i nomadi, con don Alberto Altana’.
Bonazzi fu un intellettuale, non dei salotti o dei circoli esclusivi, bensì dei luoghi pubblici, di lavoro e di studio, convinto com’era che la cultura non è elitaria, ma è una componente vitale di ogni uomo.
Coniugando saperi, spirito di tolleranza e neoavanguardie con un approccio culturale non convenzionale; e grazie alla capacità di grandi mediazioni politiche attuate con intelligenza e innata eleganza, pacatezza e semplicità, Renzo seppe intercettare quella spinta a innovare e ne fu coautore, aiutò la città a comprendere il cambiamento e a investirvi le energie migliori, dando prospettive nuove e ampie, costruendo servizi e città pubblica, credendo nei giovani, riducendo al minimo le distanze tra persone e cultura, aprendo le porte di biblioteche, musei e teatri e riempiendo quei luoghi di contenuti nuovi.
E’ stata definita come un’età dell’oro, un periodo entusiasmante.
Renzo, ci ha ricordato Giuseppe Gherpelli in uno dei precedenti convegni su Bonazzi, ‘sapeva ascoltare e mettere in valore le migliori capacità di chi gli era a fianco’ ed aveva ‘una personalissima vocazione alla lotta ad ogni forma di ingiustizia e di prevaricazione e alla faticosa edificazione di una società solidale’.
Riformatore quale era, sapeva mettere insieme e valorizzare i migliori talenti, anche molto diversi fra loro, ma con una visione condivisa del bene comune.
In definitiva, Renzo Bonazzi era – ma potremmo dire è, data l’attualità della sua figura e del suo contributo – una persona leale verso la sua città, onesta: un democratico generoso e dall’intelligenza appassionatamente aperta, dallo stile inconfondibile e discreto, ma dalla tempra determinata.
Potremmo pensare a Renzo come a una persona umile di spirito, ma non di idee. A questa persona, così alta e così vicina, la città non può non essere riconoscente”.

A cura di

Questa pagina è gestita da

Ufficio stampa del Comune di Reggio Emilia

Piazza Prampolini, 1

42121 Reggio Emilia

Ultimo aggiornamento: 10-02-2025, 08:47