Hanno avuto inizio l'8 febbraio 2022 i lavori per il restauro e la valorizzazione del Parco e del Giardino segreto della Reggia ducale di Rivalta, la cui conclusione è prevista per l'estate 2024. Il progetto, nel rispetto dell’identità del luogo e della sua evoluzione nel tempo, raccoglie una sfida importante e complessa: unire storia e contemporaneità, proponendosi di incrementare l’attrattività del luogo, ponendo le sue radici storiche e paesaggistiche in dialogo con le opportunità e i bisogni posti da una sua ampia e diversificata fruibilità nel tempo attuale.

Il concorso internazionale di progettazione in due gradi per il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’intervento di restauro e valorizzazione del Parco e del Giardino segreto della Reggia di Rivalta si è concluso a ottobre 2018 con la vittoria del raggruppamento temporaneo di professionisti “Openfabric - F&M Ingegneria spa – Alessandro Parodi – Fabrizio Polimone”. Successivamente, il progetto di concorso è stato oggetto di una revisione sulla base delle indicazioni emerse dal percorso partecipato svolto dal Desis Lab del Politecnico di Milano, e in particolare delle indicazioni dell’associazione Insieme per Rivalta, che hanno portato, con migliorie, alla stesura del progetto, poi approvato dalla Giunta comunale a febbraio 2019.

Il restauro e la valorizzazione del Parco e del Giardino segreto, che si estendono su un’area di 26 ettari, sono finanziati per un importo di 6.800.000 euro nell’ambito del progetto nazionale “Ducato Estense”.

Nella fisionomia unitaria del Parco trovano posto, recuperando l’intuizione antica e le molteplici mutazioni di uso nei secoli, giardini particolari estivi e invernali, il protagonismo dell’acqua (4 vasche-fontane) e degli alberi (695 nuove piantumazioni tra pioppi neri, aceri campestri ed olmi, oltre alla manutenzione e valorizzazione degli alberi esistenti), attività ludiche, culturali e di spettacolo, la bellezza della natura, lo stupore del giardino barocco e la meraviglia spontanea delle colture campestri e degli alberi autoctoni.

Il Parco sarà ‘senza barriere’, accessibile a tutti, illuminato, dotato di sedute, panchine, arredi e servizi.
A Rivalta conviveranno il dominio illuministico dell’uomo sulla natura e la contaminazione della natura nella vita delle persone.

Il progetto del Parco comprende – oltre alla valorizzazione di elementi architettonici e paesaggistici, tra cui il sistema del verde, i percorsi pedonali e il sistema delle acque – il restauro scientifico e interpretativo di quanto oggi rimane del complesso monumentale della Reggia di Rivalta: il Belvedere, il Giardino segreto, il Muro di cinta, le Vasche, le Grotte.

Il Parco della Reggia di Rivalta può essere letto come un insieme di segni, tangibili e intangibili, lasciati dai mutamenti e rivolgimenti sociali, economici e culturali, dalla natura, dai diversi poteri che nei secoli si sono susseguiti: un luogo i cui segni stratificati si offrono ora come un patrimonio da rileggere, riproporre e valorizzare, attraverso il progetto. Il recinto murario, ad esempio, forte testimonianza del passato, diventa catalizzatore della memoria e traccia ancora visibile di un percorso precedentemente esistente: da qui la proposta di realizzare un Boulevard perimetrale lungo il confine. Il sedime del percorso è racchiuso quindi dal muro di cinta, attore tangibile di un passato scomparso e da un doppio filare di Pioppi neri e Aceri campestri. Lungo i percorsi si attestano emergenze storiche, nuove funzioni e spazi flessibili. L’area centrale, suddivisa dai percorsi interni in grandi campiture, si presta a un utilizzo flessibile e riconfigurabile secondo molteplici esigenze, oppure alla semina di fiori e colture diverse.

Sono stati definiti ‘luoghi tematici’ quali punti chiave del progetto:

  1. Boulevard perimetrale
  2. Sistema delle acque/Vasche e fontane
  3. Parterre
  4. Giardino invernale
  5. Prato da ballo
  6. Belvedere
  7. Rotonda degli olmi
  8. Parco centrale
  9. Pergole
  10. Corte ducale
  11. Grotte e Scale
  12. Giardino segreto

Boulevard perimetrale e muro di cinta

Il Boulevard alberato fa da cornice al parco: ne segna il perimetro e definisce un percorso lineare attrezzato. Questo spazio è caratterizzato da un doppio filare di Pioppo nero (Populus nigra) con 166 esemplari e Acero campestre (Acer campestre) con 175 esemplari; entrambe sono specie comuni del paesaggio emiliano sotto forma di viali alberati e divisioni fra diverse proprietà agricole. La linearità di questo spazio rimarca quella del muro di cinta, mantenuto, restaurato e valorizzato, così come da mantenere e valorizzare sono le piante rampicanti, anche alloctone (non tipiche e appartenenti al luogo) che hanno trovato nel muro il loro habitat. Il percorso è attrezzato con arredo fisso nella parte più prossima alle alberature mentre è volutamente sgombro nelle vicinanze del muro. Si garantisce in questo modo la massima flessibilità di utilizzo e la coesistenza di eventi temporanei con gli usi quotidiani del percorso.


Sistema delle acque

Attrice primaria nella progettazione del Parco originale, l’acqua ricalca in gran parte i percorsi settecenteschi declinandosi nella forma e nell’uso a seconda delle situazioni. Viene interpretata come un tema unificante, che acquisisce sfumature molteplici nel suo incedere nel parco. Nel Parterre l’acqua acquisisce una valenza architettonica, arricchendo il giardino. Nella Vasca ovale, unica vasca sopravvissuta nella parte bassa del parco, l’acqua diventa cornice per osservare e apprezzare specie botaniche acquatiche dall’alto valore scenografico e visivo, come ninfee e fiori di loto.


Parterre e geometrie barocche

Il Parterre, su un’area di 21.034 metri quadrati, si ispira alla rappresentazione tramandata da Alfonso Tacoli del 1751. Il disegno si ispira al progetto originale del 1726. Il riferimento alla Reggia di Versailles, cosi come voluto da Carlotta Aglae d’Orleans, è evidente sia nella composizione simmetrica delle aiuole che nelle specie botaniche utilizzate. Le geometrie barocche sono infatti formate da siepi di bosso, al cui interno si racchiudono superfici fiorite di bulbose, come nella moda botanica dell’epoca. Le fioriture dei bulbi sono estive e primaverili, rendendo il parterre un giardino particolarmente attraente nella bella stagione. I percorsi per il pubblico saranno in terreno ‘stabilizzato’, cioè permeabile, come negli altri ambiti del Parco. Le due fontane ovali storiche, scomparse, sono riproposte come specchi d’acqua, completando il repertorio originario e diventando un’attrazione estiva per i visitatori.

Se il Parterre è un giardino estivo, l’adiacente Giardino invernale (circa 6.000 metri quadrati) è pensato come attrazione anche per i mesi più freddi. Qui, le specie vegetali selezionate sono caratterizzate da fioriture invernali e da bacche dai colori vivaci. Le cromie poco sature delle piante creano assembramenti che ben si inseriscono in un paesaggio freddo di riposo vegetativo. Il giardino invernale è un filtro tra il Parterre e il parco centrale, attraversabile da una molteplicità di piccoli sentieri. I visitatori potranno attraversare il Giardino invernale per entrare nel cuore del Parco.

Il prato da ballo è pensato come una vera e propria “stanza vegetale” da utilizzare per eventi formali ed informali. Simmetrica rispetto alla Rotonda degli Olmi, quest’area completa la composizione del parco, disegnando un ulteriore fulcro di interesse, intercettabile lungo il camminamento del Boulevard perimetrale. Un’ampia superficie di seminativo definisce la sua identità, mentre la sua intimità è assicurata attraverso filari di alberi concentrici, che dall’esterno verso l’interno aumentano l’effetto di raccoglimento. Al culmine di questo percorso radiale, l’area centrale è definita da una leggera struttura circolare in ferro a sostegno di un sistema di illuminazione continuo, che aumenta la suggestività dello spazio e l’illusione di trovarsi in una camera a cielo aperto.

L’Esedra terminale del parco, fondale prospettico del progetto settecentesco, viene inserita in un prato circolare, una ‘piazza verde’ di 4.850 metri quadrati, luogo di sosta, ricreazione e contemplazione. Il Belvedere vero e proprio, al quale si sale lungo due rampe in mattoni come in origine, si configura come passaggio verso un punto più alto (3 metri sopra il livello del Parco), di 1.560 metri quadrati, da cui ammirare il paesaggio; viene recuperato nella sua struttura e restaurato, restituendogli gli accessi originari e ipotizzando la sopravvivenza della vasca dei fiumi sotto l’attuale rampa centrale. Una seduta continua posta sul bordo esterno del belvedere ricalca l’andamento semicircolare del manufatto e completa l’intervento.

La Rotonda degli Olmi, con nuovi esemplari piantumati, si colloca all’estremità nord-est verso il Crostolo, speculare al Lago naturale, e si configura come spazio dedicato al tempo libero. La piantumazione circolare di questa essenza arborea, peculiare del paesaggio padano d’un tempo, racchiude un’area dedicata allo svago e agli eventi.

Parco centrale

La parte centrale del Parco, di 129.805 metri quadrati, è ripartita ‘a losanghe’ da percorsi diagonali in terreno ‘stabilizzato’ e definita da varie fioriture di campo che suggeriscono, data l’eterogeneità del repertorio vegetale, dei colori e dei profumi, un paesaggio dinamico e ‘in continuo movimento’. È previsto il restauro della Vasca ovale. Questa area centrale, in fase di gestione del parco, potrà facilmente conformarsi alle diverse esigenze e potrà essere ‘riprogettata’ sul piano naturalistico in base a nuove indicazioni d’uso e all’identità che l’area stessa assumerà nel tempo. Questa soluzione favorisce la sostenibilità dei costi di manutenzione del parco, poiché la scelta del verde è a ‘bassa manutenzione’. I fiori di campo sono infatti non solo inesigenti ma anche, essendo autoctoni, facilmente acclimatabili. Nell’area del Parterre e del Parco rimarranno conservati i filari o gruppi di Gelsi.

Pergole e vite

I pergolati - presenti sotto forma di cinque croci situate nelle intersezioni dei percorsi dell’area centrale del parco, ciascuna di 225 metri quadrati di superficie, con volte a botte e circa 5 metri di altezza - sono costituiti da Viti rampicanti. Il parco, infatti, nelle varie vicissitudini storiche che ha attraversato, è stato anche utilizzato come vigneto. I pergolati creano piccoli spazi, intimi e ombreggiati, al centro del parco, dove i visitatori possono riposarsi e rilassarsi durante una passeggiata. La posizione isolata delle pergole rispetto ai percorsi principali suggerisce anche un loro utilizzo per piccoli eventi temporanei.



La scomparsa del corpo centrale della Reggia genera un cortocircuito spaziale che fa assurgere l’ala laterale a elemento principale della Corte ducale. Il vuoto lasciato dall’edificio non viene colmato da alcun intervento, rendendo le architetture sopravvissute protagoniste del presente. La Corte davanti al Palazzo ha una superficie di 13.700 metri quadrati e sarà utilizzata come piazza pubblica per lo svolgimento di manifestazioni culturali e spettacoli, secondo una vocazione d’uso consolidata. Il cedro monumentale, le altre alberature e la superficie erbosa del suolo vengono mantenute, mentre un sistema di arredo fisso e d’illuminazione rendono maggiormente fruibili gli spazi.

Al di sotto della terrazza che si affaccia sul Parco dal lato della Corte ducale, protese verso il giardino con un profilo a bovindo, si aprivano le Grotte, tipiche dei giardini italiani manieristi e barocchi. Allo stato attuale le Grotte risultano completamente spoglie, di mattoni laterizi. Oggi chiuse per motivi di sicurezza, saranno restaurate. Le due rampe erbose che scendono verso il parco saranno mantenute, mentre è prevista la riprogettazione del grande scalone centrale. Parallelamente al muro del Giardino segreto sarà realizzata una rampa che consentirà l’accessibilità al Parco alle persone disabili.

Recenti ricerche archeologiche hanno riportato alla luce le fondazioni della scalinata settecentesca, che collegava il Palazzo al Parco e alle due Fontane che adornavano il Parterre. I resti della scalinata verranno lasciati a vista come testimonianza archeologica del vecchio impianto settecentesco. Una nuova scalinata, appoggiata sulle fondazioni di quella originaria, consentirà la discesa dalla Corte ducale al Parco.

Questa delicata porzione del Parco si trova a sud del Palazzo e copre una superficie di poco meno di 10.380 metri quadrati. L’ipotesi progettuale è quella di ripristinare il disegno storico, così come descritto dal disegno del Tacoli. Lo spazio sarà suddiviso in nove porzioni rettangolari, ciascuna circondata da un filare di alberi da frutto lungo il perimetro (peri, ciliegi, pruni, peschi) e coltivata con specie orticole all’interno. La grande vasca quadrilobata collocata al centro del giardino verrà restaurata e dominerà la composizione, così come nel passato.