Tavolo per il contrasto alla violenza contro le donne
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Il Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza contro le donne nasce nel 2006 su impulso dell'Amministrazione comunale di Reggio Emilia, con lo scopo di offrire risposte adeguate, accoglienza e sostegno alle donne vittime di violenza.
E' composto da Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Azienda Unità Sanitaria Locale, Ufficio Scolastico Provinciale, Ordine degli Avvocati, Associazione Nondasola, Forum donne Giuriste, Provincia, Consigliera di Parità Provinciale.
Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne
Giovedì 25 novembre ricorre la Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, designata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni e le Ong a realizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.
Martedì 9 marzo 2022 in Biblioteca Panizzi è stata inaugurata l’opera di Elena Mazzi alla presenza del sindaco Luca Vecchi, dell’assessora alla Cultura e Pari opportunità Annalisa Rabitti, dell’artista Elena Mazzi e della presidente dell’associazione Nondasola Silvia Iotti.
Trasformare le parole, le emozioni, le riflessioni sulla violenza di genere in espressioni artistiche, attraverso percorsi partecipati di confronto ed esperienze, per realizzare un’opera pubblica diffusa che, intrecciando un dialogo con i cittadini e le cittadine, contribuisca alla formazione di una cultura improntata al contrasto della violenza contro le donne. Questo è l’intento alla base del progetto Parole Parole Parole al quale l’artista reggiana Elena Mazzi ha lavorato attraverso incontri con istituzioni e associazioni in sinergia con l’Amministrazione del Comune di Reggio Emilia che, con il progetto lanciato dall’assessore Rabitti “La cultura non starà al suo posto”, ha collocato strategicamente le Pari opportunità in relazione con i Servizi alla cultura per sensibilizzare la cittadinanza sul tema fondamentale dei diritti delle donne in occasione e a ridosso della giornata internazionale della donna.
Da un intenso lavoro con la comunità e l’ascolto del territorio le parole delle donne che hanno incontrato la violenza maschile direttamente o indirettamente sono divenute immagine: un pattern che si fa trama di una carta da parati che tocca e coinvolge luoghi simbolo della città di Reggio Emilia come la biblioteca Panizzi, lo spazio Gerra, il Centro Antiviolenza – Casa delle Donne e la sede delle Lunenomadi, lo spazio Iat e in provincia la Casa della cultura di Casina.
Il progetto Parole parole parole, vuole essere prima di tutto un percorso in cui gli strumenti messi a disposizione dall’arte vanno ad innestarsi sulle azioni di sensibilizzazione già in essere, per contribuire alla formazione di una cultura improntata al contrasto della violenza di genere.
In una prima fase del progetto Parole parole parole Elena Mazzi, artista riconosciuta per il suo approccio artistico di tipo “antropologico” caratterizzato dal lavoro con le comunità e l’ascolto del territorio e già nominata nel 2017 “Reggiana per Esempio”, ha partecipato ad alcuni degli incontri che l’ufficio comunale Pari Opportunità porta avanti nelle sue attività ordinarie di formazione e sensibilizzazione; in un secondo tempo ha realizzato incontri individuali con i singoli soggetti coinvolti nel percorso partecipato per poter approfondire le specificità e sviscerare nodi centrali necessari alla costruzione di uno sguardo artistico. Infine ha realizzato alcuni workshop in collaborazione con la grafica Lucia Catellani (Bread & Jam) dove ha raccolto le emozioni delle donne che hanno vissuto in maniera diretta o indiretta una situazione di violenza, con l’idea di tradurle in segni grafici che diventano parte dell’opera.
Alla base del lavoro dell’artista è l’idea che operare sulle immagini e sullo sguardo legato alla violenza di genere possa dare origine ad una riflessione più ampia sul tema del potere, inteso come luogo di conservazione oltre che di contesa, anche politica, di un certo tipo di immaginario: il passato e la storia sono stati scritti e raccontati a partire da certe immagini e rappresentazioni della violenza di genere che occorre interrogare e ridiscutere. Il progetto intende riflettere sui simboli della cultura visuale e relazionale per indagare il più ampio spettro delle diverse forme di violenza, intendendo l’immaginario come un luogo in cui la violenza è tangibile tanto quanto nel mondo fisico.
Dagli incontri individuali e di gruppo, Elena Mazzi ha riscontrato che l’uso del linguaggio e della parola sono sempre calibrati, accurati e gestiti con estrema cura; la parola è quindi fondamentale nella comunicazione e soprattutto nella narrazione di questa realtà. Nel corso dei workshop ha costruito un vocabolario condiviso nel quale alcune parole sono risultate ricorrenti, mentre altre sono state volutamente eliminate perché ritenute inadeguate, superflue e irrispettose. Infine ha trasformato le parole scelte e ha dato loro un’immagine: un pattern che si fa trama di una carta da parati.
La carta da parati è un oggetto contemporaneo, alla portata di tutti, che si utilizza in alcuni ambienti intimi della casa, ma che può anche essere trasferita in ambienti pubblici e istituzionali invadendoli silenziosamente e diventando parte dell’architettura urbana come sarà dal 9 marzo in biblioteca Panizzi, nello spazio Gerra, nel Centro Antiviolenza – Casa delle Donne e la sede delle Lunenomadi, nello spazio IAT e in provincia nella Casa della cultura di Casina. I luoghi interessati dalle installazioni lasciano così in città un segno permanente a testimonianza dell’impegno e del coinvolgimento di tutte e tutti nel prevenire e contrastare le discriminazioni e la violenza di genere.
Creata da forme semplici e ripetute, l’immagine realizzata, vista da vicino, rappresenta un testo da leggere, un messaggio di forza e speranza, una voce collettiva che si propagherà sui muri della città ed entrerà nelle case. Sarà un messaggio in codice che ricorrerà nella visione dei cittadini come un mantra.
Il pattern in futuro potrebbe essere stampato o serigrafato su superfici di ceramica, riqualificando importanti luoghi di attraversamento della città e spingendo i passanti a soffermarsi nella lettura.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) dopo gli studi presso l’Unversità di Siena e lo IUAV di Venezia, ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art di Stoccolma. Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nell’intento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, tra cui: Whitechapel Gallery di Londra, BOZAR a Bruxelles, Museo del Novecento di Firenze, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Ducale a Urbino, Palazzo Fortuny a Venezia, Fondazione Golinelli a Bologna, Centro Pecci per l’arte contemporanea a Prato, 16° Quadriennale di Roma, GAM di Torino, 14° Biennale di Istanbul. Ha partecipato a diversi programmi di residenza in Italia e all’estero. Oltre ad essere stata nominata nel 2017 "Reggiana Per Esempio" ha vinto diversi premi, tra cui il Premio Cantica21 promosso dalla Farnesina e dal Ministero per i Beni Culturali, la 7° edizione del Premio Italian Council, promosso dal Ministero per i Beni Culturali, il XVII Premio Ermanno Casoli e il premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Il progetto Parole parole parole nasce dalla sinergia tra l’ufficio Pari Opportunità del Comune di Reggio Emilia, i Servizi Culturali, la biblioteca Panizzi e i Musei civici con le principali realtà che in città si occupano del contrasto e della prevenzione della violenza maschile sulle donne: un percorso di ricerca che ha visto il coinvolgimento di donne del territorio - che si sono impegnate nella prevenzione delle discriminazioni e nel contrasto alla violenza maschile sulle donne attraverso attività di volontariato rivolte alla comunità e in ambito educativo, donne volontarie dell'associazione Nondasola, donne ospiti del Centro Antiviolenza di Reggio Emilia - con le quali Elena Mazzi ha realizzato interviste individuali e workshop.