Sentiero del Canale di San Maurizio, con anelli del Mauriziano, di Marmirolo e diramazioni per Gavasseto e Castellazzo
Sentiero CAI 610 Reggio E.-Rubiera
L’itinerario costituisce un collegamento diretto fra la città di Reggio Emilia e il comune di Rubiera dove, tramite la Ciclovia dei Parchi, si collega alla Corte Ospitale e alla Riserva Naturale della cassa di espansione del fiume Secchia.
Ha inizio a San Maurizio, dove si aggancia al sentiero Spallanzani tramite un anello e si porta all’Oasi di Marmirolo dove, attraverso un ulteriore anello, prosegue verso Rubiera, ricalcando l’alzaia dell’argine del canale di San Maurizio per portarsi poi su via Chiessi a Bagno.
Oltre agli anelli di San Maurizio e dell’Oasi di Marmirolo il sentiero include due diramazioni.
La diramazione per Gavasseto (4,26 km), dove si collega poi al sentiero Spallanzani, porta al fontanile dell’Area di riequilibrio ecologico del fontanile dell’Ariolo, un’aula didattica a cielo aperto contenente uno dei pochi fontanili rimasti ancora oggi attivi sul territorio comunale.
La diramazione per Castellazzo (2 km) conduce in una delle poche frazioni ancora prettamente rurali della città e al parco frutteto “Sorelle Sberveglieri”, recentemente costituito.
Anello di Marmirolo
Caratteristiche
- Partenza e arrivo: Chiesa di San Biagio V. e M. in Marmirolo (55,7 m s.l.m.)
- Collegamenti: Sentiero 610 Reggio E.-Rubiera
- Lunghezza 2,2 Km
- Durata: 45’
Descrizione
L’anello rappresenta una variante del sentiero CAI 610 Reggio E.-Rubiera e misura 2,2 km. Abbraccia l’abitato di Marmirolo affiancando canali di bonifica quali la fossetta Preti e il cavo Dogaro e sfiorando i punti di interesse che identificano la storia della “villa” (frazione). Si parte dalla chiesa parrocchiale di San Biagio, centro geografico della villa, citata per la prima volta nel 1190 e inizialmente dedicata anche a Santa Margherita: l’attuale edificio risale tuttavia al XVIII secolo. Da sempre principale polo attrattivo di Marmirolo, la parrocchia è sede di una ultracentenaria banda musicale, di una piccola scuola dell’infanzia statalizzata negli anni ’70 e di un rinomato torneo di dodgeball, disciplina sportiva derivata dalla “palla prigioniera”.
Il circuito tocca poi diversi luoghi significativi fra cui: i resti dell’antico caseificio degli Orfani divenuto poi premiata latteria sociale, che testimonia l’esistenza nel passato di numerose prebende appartenenti ad enti assistenziali; l’ex casa colonica di via della Pace 5, in cui nel 1774 pernottò San Benedetto Giuseppe Labre, “vagabondo di Dio” e protettore dei senzatetto; l’Oasi comunale WWF, area protetta realizzata sull’ex cava di quella che fu la fornace da laterizi della famiglia Romani, che ancora negli anni ’80 vedeva svettare al centro di essa un’altissima ciminiera. Il nome Marmirolo ha origine probabilmente dal toponimo “Marmoriolus” che in latino significa “pietra cotta” o “laterizio” che, quindi, starebbe a indicare il materiale da costruzione dei numerosi manufatti che varcavano i non pochi corsi d’acqua della zona. La corte fortificata di Marmirolo, comprendente oltre alla chiesa anche un castello oggi scomparso, appare già in una carta del 945 e risulta fra i beni donati da Bonifacio di Canossa alla chiesa di Reggio. Libero comune sin dal 1315, nel 1815 fu definitivamente assogettato al comune di Reggio. La parrocchia, sebbene per secoli dipendente dalla pieve di Bagno, fu elevata a prevostura nel 1844. Del territorio di Villa Marmirolo fino al 1935 faceva parte anche la vicina Castellazzo, poi divenuta villa e comunità parrocchiale indipendente.
Punti di interesse
- La banda ultracentenaria di Santa Cecilia
- “Dodgeball”, anni indimenticabili
- Dalla fornace all’ecosistema
Diramazione di Castellazzo / CAI 610C
Caratteristiche
- Partenza: Chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, Castellazzo (49 m s.l.m.)
- Arrivo: Ponte sul canale di San Maurizio, via Sassetto, Bagno (52 m s.l.m.)
- Collegamenti: Sentiero 610 Reggio E.-Rubiera
- Lunghezza: 2,6 km
- Durata: 55'
Il percorso CAI 610C è un itinerario di collegamento della frazione di Castellazzo con il sentiero 610 Reggio Emilia-Rubiera il quale, fra Marmirolo e Bagno, corre a fianco del canale di San Maurizio. Nonostante sia interamente su strada, rappresenta un’opportunità in più per scoprire alcune curiosità della frazione più piccola del comune di Reggio (conta poco più di 300 abitanti). Il percorso inizia presso la chiesa della Madonna della Neve, nata nel XVII secolo come semplice oratorio del signor Vincenzo Ferrari e diventata parrocchiale soltanto nel 1935, quando Castellazzo divenne parrocchia autonoma da Marmirolo: dietro la chiesa si può visitare l’originale Bosco Frutteto intitolato alle sorelle Sberveglieri. Tramite la via intitolata a Don Luigi e Padre Tiziano Guglielmi si giunge su via Tresinaro, la strada principale: don “Gigi” (1945-1996) oltre a essere stato direttore della Scuola diocesana di musica e della Caritas fu, infatti, parroco di Castellazzo dal 1984 sino alla sua prematura scomparsa. In via Don Guglielmi da oltre cinquant’anni ha sede la ditta Pierpaolo e Federico Bigi che costruisce e ripara organi meccanici a canne, un unicum nel settore.
Da via Tresinaro si vira verso ovest imboccando via Romani, da cui si scavalca il cavo Tresinaro, che ricalca il corso antico dell’omonimo torrente, fatto confluire nel Secchia, da Fellegara verso Rubiera, in epoca tardo medievale. Al civico 37 di via Romani, si trova l’attuale Palazzo Romani, che corrisponderebbe all’antico forte che si contendevano i signori di San Martino in Rio e Rubiera, un “castellazzo” da cui deriverebbe il nome del paese. Seguendo via Romani, a nord del civico 29 ci si imbatte in due querce tutelate: un’imponente farnia e una roverella. Verso la via Emilia si giunge alla ferrovia Milano-Bologna, teatro di uno grave fatto di cronaca nera che coinvolse un circo e alcuni contadini della zona all'indomani della Liberazione, il cui sottopasso ci regala uno splendido murales. Da lì, oltrepassata la via Emilia si imbocca via Sassetto e ci si immette sul sentiero 610 presso il canale di San Maurizio.
Punti di interesse
- Don Luigi Guglielmi, un uomo fra musica e carità
- Memorie Ruggenti