Cos'è la città collaborativa
Il nostro modello di città mette al centro un metodo collaborativo di governo e amministrazione dei beni comuni, puntando sulle risorse, le capacità e il senso di responsabilità delle comunità, delle organizzazioni, dei cittadini. Il risultato è una città più giusta, più inclusiva, più sostenibile.
Da anni Reggio Emilia sta sperimentando soluzioni innovative nei servizi, nelle pratiche di governo, nelle metodiche amministrative.
L’innovazione è determinata dall’importanza che riconosciamo alle comunità dei territori, alle associazioni, alle scuole di ogni ordine e grado, agli enti, pubblici o privati, ai singoli cittadini di prendersi cura dei beni comuni, sia quelli materiali che quelli immateriali, per aumentare la qualità della loro vita e dell’ambiente in cui vivono. Tutti hanno responsabilità e tutti hanno la possibilità di agirla, per migliorare il presente ma anche per garantire il futuro, a partire dalla sopravvivenza del pianeta.
Il nostro modello di città collaborativa si compie grazie a diversi progetti, integrati fra di loro.
Attraverso le Consulte cittadini e organismi rappresentativi di interessi diffusi possono eleggere su base di quartiere loro delegati al confronto con il Comune per condividere la visione di città e i programmi attraverso cui realizzarla.
Nei quartieri, a valle della co-programmazione, le comunità possono auto-organizzare i servizi e le attività che soddisfano i loro bisogni e qualificano l’ambiente circostante attraverso progetti di innovazione sociale e urbana sostenuti e partecipati anche dal Comune, poi formalizzati in Accordi istituzionali.
Queste pratiche collaborative, basate sulle idee e le competenze tacite diffuse nella città, consentono di generare nuove soluzioni e aumentare il grado di coesione sociale e sviluppo dei territori.
Sosteniamo e valorizziamo anche il volontariato civico, quei singoli cittadini che adottano spontaneamente comportamenti solidali e rivolti alla tutela delle categorie fragili della popolazione o della cura dei beni comuni.
Il nostro modello di città collaborativa è anche una rete di luoghi, in virtuoso dialogo tra loro.
La rete dei centri sociali è una vera e propria infrastruttura sociale diffusa: 28 immobili pubblici dati in gestione al Terzo Settore e impegnati, a fianco del Comune, ad aiutare i quartieri a realizzare prossimità dei servizi, economie collaborative, senso di identità e appartenenza. Che poi vuole dire sentirsi più sicuri, meno soli, meno singoli individui e più comunità. Un’inversione di tendenza, la nostra scommessa per il futuro.
Al centro, della città e della rete, il Laboratorio Aperto ai Chiostri di San Pietro, vero e proprio punto di riferimento per l’innovazione sociale, l’incubazione di economie collaborative, la ricerca e lo sviluppo, anche grazie alla presenza del CSO, unità organizzativa per l’innovazione urbana composta da diversi soggetti, in particolare tre dottorandi di ricerca.
Il nostro approccio collaborativo è riconosciuto come best practice. Stiamo partecipando a EU-Arenas, progetto europeo per lo studio e la diffusione di modelli di democrazia e siamo città partner della City Science Iniziative, progetto europeo per lo sviluppo di soluzioni di innovazione nelle politiche pubbliche dei contesti urbani.